Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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SULLA SOGLIA 223<br />
Certeau 1975, p. 220). Organizzato attorno alla supremazia<br />
oculare, attorno a un punto di vista unico che raggiunge nella<br />
tecnologia <strong>del</strong>la scrittura e <strong>del</strong>la cartografia la sua presenza<br />
universale, è il viaggio stesso a fissare i principi <strong>del</strong>la conoscenza.<br />
Nel movimento ripetitivo centripeto da un centro saldo, da<br />
casa, verso l’ignoto, il soggetto inalterato “conquista lo spazio<br />
moltiplicando gli stessi segni” (p. 230). La conquista e il viaggio<br />
sottoscrivono altresì un senso di transito in un universo<br />
sempre più autonomo e secolare. La conoscenza non è più rivelata<br />
direttamente da Dio, bensì è qualcosa da acquisire e accumulare,<br />
sovente con l’uso <strong>del</strong>la forza, e quindi portata a casa<br />
per essere catalogata e classificata nelle istituzioni <strong>del</strong>la ragione<br />
e <strong>del</strong> profitto. La lingua, il discorso e l’oralità (il corpo che parla),<br />
la “presenza esorbitante” (Lévinas 1961) che minaccia l’oggettività,<br />
viene esiliata dal pensiero come oggetto esotico e incontenibile:<br />
è così almeno che si manifesta una <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong> sistema che si è<br />
costituito come “occidentale” e “moderno”: l’operazione scritturale,<br />
che produce, preserva, coltiva “verità” non periture, si articola su<br />
un brusio di parole svanite non appena enunciate, perse dunque per<br />
sempre. Una perdita “irreparabile” è la traccia di queste parole nei<br />
testi di cui sono l’oggetto. È così che sembra scriversi una relazione<br />
con l’altro (de Certeau 1975, pp. 222-223).<br />
Ma come ribadisce in seguito lo stesso Michel de Certeau:<br />
L’altro ritorna: con l’immagine <strong>del</strong>la nudità, “presenza esorbitante”;<br />
con lo spettro <strong>del</strong>la vagina dentata, che abita la rappresentazione <strong>del</strong>la<br />
voracità femminile; o con l’irruzione danzante di piaceri proibiti.<br />
Più fondamentalmente, il <strong>mondo</strong> selvaggio, come il <strong>mondo</strong> diabolico,<br />
diventa Donna. Si declina al femminile (p. 252).<br />
Tale concezione che sottende una ferma conoscenza virile ci<br />
accompagna tuttora. Nel passaggio apparente dal religioso al<br />
secolare, il paradigma metafisico rimane immutato. La fede nell’incondizionato<br />
non si esprime più mediante un Dio defunto,<br />
bensì nell’ambito <strong>del</strong>le certezze patriarcali <strong>del</strong>le scienze, nella<br />
rappresentazione tecnica <strong>del</strong>la verità e nell’idealismo <strong>del</strong>l’assolutismo<br />
estetico, tutti fissati dall’autorità <strong>del</strong>l’iscrizione, <strong>del</strong>la