Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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LA STORIA, IL BAROCCO E IL GIUDIZIO DEGLI ANGELI 79<br />
congiunge gli estremi <strong>del</strong> razionale e <strong>del</strong> non rappresentabile che<br />
caratterizza tanto profondamente questa epoca. Già nel 1750, nell’anno<br />
in cui si spensero sia Weiss che Bach, lo strumento era già<br />
un pezzo d’antiquariato, il suo ruolo essendo stato assunto dalla<br />
razionalità più resistente e più razionale <strong>del</strong>la chitarra.<br />
I liutisti <strong>del</strong>l’Inghilterra, <strong>del</strong>la Francia e <strong>del</strong>la Germania hanno<br />
proiettato le loro sonorità nelle forme e nei ritmi forniti dalle danze<br />
preesistenti, raccolte in seguito sotto forma di suite: la gagliarda,<br />
l’allemande, il gigue, e poi la courante, il minuetto, la gavotta,<br />
la bourée e la sarabanda. Non si tratta di prestiti puramente imitativi,<br />
bensì di innovazioni che attirano l’attenzione sulla creazione<br />
<strong>del</strong>la musica nel metro preso a prestito:<br />
L’atteggiamento consueto <strong>del</strong> virtuoso strumentale che adibisce i mo<strong>del</strong>li<br />
metrici, armonici e melodici <strong>del</strong>le musiche da ballo ad un uso<br />
esclusivamente sonoro e cameristico (e non coreico) inclina volentieri,<br />
è vero, verso l’elaborazione artificiosa, la dissimulazione sottile <strong>del</strong><br />
mo<strong>del</strong>lo, la sua sublimazione nel giuoco <strong>del</strong>le figure e dei passaggi<br />
idiomatici: il musicista si impossessa <strong>del</strong>la musica da ballo e, riproducendola<br />
sul suo strumento, tende a denaturarla, a farne il mero oggetto<br />
d’un trattamento esecutivo e compositivo al quale consegna<br />
l’interesse artistico <strong>del</strong> brano (Bianconi 1982, pp. 98-99)<br />
Accanto all’analisi di queste strutture preesistenti, un’analoga<br />
importanza ha avuto la libertà musicale <strong>del</strong>lo stile e <strong>del</strong>l’esecuzione,<br />
sviluppata da Dowland a Weiss, da René Mésangeau a Denis<br />
Gaultier e Robert De Visée, nei capricci, nei preludi, nelle fantasie<br />
e nel loro fosco apice <strong>del</strong>l’orazione funebre <strong>del</strong> tombeau. Mi<br />
interessa <strong>del</strong> liuto e <strong>del</strong>l’ultima tipologia di composizioni il fatto<br />
che questi spartiti si avvalgono insistentemente <strong>del</strong>la malinconia.<br />
Emblematica dimostrazione di questa sensibilità sono i titoli dei<br />
componimenti di Dowland: Lachrimae antiquae, Forelorne Hope<br />
Fancy, Farewell 1 ; tuttavia, è col tombeau secentesco dei liutisti<br />
francesi e tedeschi che tale tendenza raggiunge lo zenit. Queste<br />
composizioni (Monsieur Bianrocher di Dufaut, Monsieur de Lenclos<br />
di Gaultier, Baron d’Hartig di Weiss) contrassegnano il tempo<br />
1 Lacrime antiche (latino), Fantasia <strong>del</strong>la speranza perduta e Addio (inglese) (N.d.T.).