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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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Capitolo settimo<br />

<strong>Sulla</strong> <strong>soglia</strong><br />

Dinanzi a noi si apre una nuova strada, alle nostre spalle si<br />

chiude un sentiero. La neve ricopre le nostre tracce e continua<br />

a muoversi come la marea. Non c’è traccia di dove eravamo,<br />

né alcun segnale che indichi la nostra destinazione.<br />

Ora siamo il battito senza passato, la luce invisibile, il pensiero<br />

senza parole da dire. Acqua versata, fiammifero acceso.<br />

Dinanzi al nulla, noi siamo l’istante.<br />

Louise Erdrich (1995, p. 259)<br />

Non posso né prenderla né perderla<br />

Quando taccio, essa proietta<br />

Quando proietto, essa tace.<br />

Trinh T. Minh-ha (dal film Naked Space – Living is Round)<br />

Agosto, più di quaranta gradi all’ombra. Mi trovo sul limitare<br />

<strong>del</strong> Canyon di Chelly nell’alto deserto <strong>del</strong>l’Arizona e osservo la<br />

Roccia <strong>del</strong>la Donna Ragno. Il terreno sotto di me si apre drammaticamente<br />

in un burrone a forma di Y che solca per miglia la faccia<br />

<strong>del</strong>la terra. Fu proprio la Donna Ragno a insegnare ai Navaho<br />

l’arte <strong>del</strong>la tessitura. Tutti i pellerossa <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> sembrano concentrati<br />

in questo stretto sperone di roccia che si erge per centinaia<br />

di metri direttamente dal fondo <strong>del</strong> canyon. Un falco si libra<br />

in cielo prima di scomparire oltre il confine <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>.<br />

Questo incontro di terra e cielo, di divinità e mortali (la “quadratura”,<br />

o das Geviert di cui parla Heidegger) sembra alludere<br />

all’indivisibilità <strong>del</strong>l’essere. Eppure questo spazio in apparenza<br />

comune, questo tempo condiviso, questa risonanza arcana tra un<br />

luogo sacro dei navaho e Martin Heidegger svela un’impossibilità:<br />

quella di ridurre ciò che non si può ridurre, di appiattire le differenze<br />

<strong>del</strong> paesaggio, <strong>del</strong> linguaggio, <strong>del</strong>la cultura e <strong>del</strong>la storia sui<br />

contorni condivisi di una carta geografica comune. Forse proprio<br />

questa irriducibilità è ciò che palesa nello stato stesso <strong>del</strong> nostro<br />

divenire quanto tutto ciò sia meraviglioso. In questo luogo, riconoscendo<br />

nei campi coltivati e nelle abitazioni o hogans dei Navaho<br />

sul fondo <strong>del</strong>la vallata, come nelle rovine antiche degli Anasazi<br />

attaccate alle pareti <strong>del</strong> canyon, la comune e più intrattabile

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