Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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QUESTIONE DI STORIA 53<br />
culturale ed economico, invece che dall’“ovunque”, il tempo si<br />
piega, viene chiamato alla resa dei conti, e la sua superficie lineare<br />
si flette a rivelare altre modalità <strong>del</strong> divenire. Non riguarda solamente<br />
il momento contemporaneo, ma anche la formazione storica<br />
complessiva che mi ha creato.<br />
Al di là <strong>del</strong>la rappresentazione<br />
La storia non si limita a smuovere i sedimenti <strong>del</strong> passato: la storia<br />
è la rappresentazione istituzionalizzata <strong>del</strong> passato. In quanto<br />
monografia, libro, documentario e archivio in via di sviluppo, la storia<br />
è un’attività <strong>del</strong> presente che rievoca il passato in una contestualizzazione<br />
in fieri <strong>del</strong> presente. La storia non è ciò che è stato, ma la<br />
testimonianza di ciò che è: in quanto conoscenza, discorso, dibattito,<br />
rappresentazione, interpretazione. Il ricorso reiterato al realismo<br />
come modalità privilegiata per la rappresentazione è particolarmente<br />
evidente nelle formazioni <strong>culturali</strong> anglosassoni, in cui il linguaggio<br />
tende a essere, pragmaticamente, considerato uno strumento<br />
“neutrale” e un mezzo sostanzialmente trasparente per la comunicazione.<br />
Soltanto nella sfera “<strong>del</strong>l’immaginazione”, la letteratura e l’estetica,<br />
viene concessa la licenza di violare queste asserzioni strumentali.<br />
Le indagini letterarie e poetiche <strong>del</strong> linguaggio vengono<br />
considerate decisamente avulse dalle pretese di verità perseguite in<br />
altre facoltà umanistiche per inclinazione più obiettive o “scientifiche”.<br />
Eppure, persino nella letteratura, così come nella narrazione<br />
chiave <strong>del</strong> ventesimo secolo, il cinema, il realismo continua a occupare<br />
una posizione centrale nel confermare il <strong>mondo</strong> <strong>del</strong> soggetto.<br />
Questa riduzione <strong>del</strong> linguaggio a una sintassi oggettivante non è né<br />
casuale, né arbitraria, bensì trova fondamento nella storia <strong>del</strong>la professionalizzazione<br />
<strong>del</strong>le discipline che “ha fissato le norme <strong>del</strong>la<br />
scienza <strong>del</strong> diciannovesimo secolo come epistemologiche e il romanzo<br />
realista come mo<strong>del</strong>lo letterario” (Kellner 1995, p. 6). Un linguaggio<br />
di questo tipo, un realismo di questo tipo, non riflettono o<br />
impersonano il <strong>mondo</strong> di tutti, ma solo il <strong>mondo</strong> per alcuni 1 .<br />
1 Sull’egemonia storica <strong>del</strong>la visione incorporata nella narrazione realista con la sua<br />
percezione imperiale e il suo possesso <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>, si veda Said 1994.