Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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ESTRANEO IN CASA 191<br />
La sfida <strong>del</strong>l’incompleto<br />
Naturalmente, possibilità e potenzialità di questo tipo devono<br />
trovare la loro collocazione nello scambio iniquo iscritto nella differenziazione<br />
di capitale economico, culturale, storico e politico.<br />
La risposta dalla periferia, il silenzio <strong>del</strong> subalterno, dipende da<br />
un’economia <strong>del</strong> riconoscimento che esclude mentre include.<br />
Non tutti vengono compresi in questo racconto. Non tutti sono<br />
nella posizione storica di tradurre, trasformare, sopravvivere e tirare<br />
avanti. Ci sono sconfitte, perfino la minaccia e la consapevolezza<br />
di cadere nell’oblio, di rimanere nel vuoto dei margini, nel<br />
silenzio dei linguaggi che vengono parlati, cantati, scritti e registrati.<br />
Eppure, la persistenza di queste tematiche, i limiti insuperabili<br />
<strong>del</strong> luogo da cui si parla, ci attirano in quegli spazi, verso i<br />
vuoti e i silenzi che interrogano il nostro linguaggio e ci investono<br />
con la richiesta di una risposta. Perché è anche possibile che le risorse<br />
<strong>del</strong> silenzio rendano gli altri, nella loro separatezza, irriducibili<br />
a una sintassi comune (Cheung 1993). L’intervallo <strong>del</strong> taciuto,<br />
le ombre dei subalterni, degli usurpati, vengono gettate contro la<br />
trasparenza di un linguaggio avvezzo a ignorare l’ontologia <strong>del</strong> silenzio,<br />
un silenzio che inevitabilmente viene colonizzato come assenza<br />
pura, carenza pura.<br />
Al di sotto <strong>del</strong>le carte geografiche, <strong>del</strong>le topografie e <strong>del</strong>le geografie<br />
<strong>del</strong> potere e <strong>del</strong>lo spazio, si palesa ciò che sfugge o rifiuta di<br />
essere segnato sulla carta: la sfida <strong>del</strong> luogo nei confronti <strong>del</strong>lo<br />
spazio, <strong>del</strong> suono nei confronti <strong>del</strong>la visione, <strong>del</strong>la proliferazione<br />
<strong>del</strong>le ragioni nei confronti <strong>del</strong> razionalismo, <strong>del</strong> silenzio sulla scia<br />
di ciò che viene detto. Tra la cornice visiva, tra ciò che viene rappresentato,<br />
ritratto, e la contingenza di ciò che non riesce a essere<br />
rappresentato, compare un vuoto, un intervallo, un’interruzione.<br />
È il luogo inquietante di questo nello spazio <strong>del</strong>la cornice che svela<br />
l’incidenza storica e l’individuazione <strong>del</strong>l’essere variegato.<br />
C’è un’enorme differenza, direi, tra un soggetto stabile, anche<br />
se in continuo movimento, e un soggetto irrimediabimente sconvolto.<br />
Le soggettività sicure di sé possono spostarsi per il <strong>mondo</strong>,<br />
e lo fanno, da uomini d’affari cosmopolitani e da intellettuali, sperimentando<br />
interazioni simboliche in cui la propria cultura e<br />
identità viene messa raramente in discussione. Ma allora, la psiche<br />
occidentale è davvero in crisi? Il suo modo di pensare e il suo