Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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44 IAIN CHAMBERS<br />
(1993), il sublime è ciò che registra nella maniera più diretta il<br />
movimento <strong>del</strong> confine stesso.<br />
Al cospetto <strong>del</strong>la purezza <strong>del</strong>la ragione, i corpi, la carne fisica,<br />
il sangue e le ossa, differenziati per sesso, genere, razza, età e mortalità,<br />
recano testimonianza <strong>del</strong>la tremenda confusione dei confini,<br />
di un’inquietante imprecisione e <strong>del</strong> potenziale sovvertimento<br />
<strong>del</strong>la coerenza maschile da parte di sregolati eccessi femminili. In<br />
questo contesto un corpo senza confini, in cui l’interno e l’esterno,<br />
il fisso e il fluido, vengono confusi, trasfigurati, viene annunciato<br />
nella maniera più significativa nella gestazione <strong>del</strong> corpo<br />
materno: da donna a mostro, il passo è breve. Negli abissi <strong>del</strong>l’indefinito,<br />
in cui l’orrore <strong>del</strong>l’abietto sovverte il controllo canonico,<br />
la razionalità viene resa drammaticamente responsabile per ciò<br />
che tenta di reprimere e distanziare. La misoginia e il razzismo<br />
<strong>del</strong>la ragione vengono costretti a riconoscerne le pretese universali.<br />
Come conclude, suggestivamente, la Freeman, a questo punto<br />
il sublime e la mostruosità, l’alterità e la natura ibrida, divengono<br />
elementi di una teoria, invece che ciò che la teoria si sforza di<br />
escludere e negare.<br />
Il quadro di J. M. W. Turner Slavers Throwing Overboard the<br />
Dead and Dying: Typhoon Coming On (Negrieri che gettano a mare<br />
morti e moribondi: tifone che incombe, meglio noto come Nave<br />
negriera) venne esposto in pubblico per la prima volta a Londra<br />
nel 1840. Una nave a vela viene sballottata dalle onde selvagge di<br />
una imminente tempesta. Tra le onde, si intravedono pesci e<br />
gabbiani stridenti. Nell’angolo in basso a destra, una gamba nera<br />
incatenata sta per sprofondare per sempre negli abissi. Questo<br />
quadro di Turner conduce al centro di un discorso estetico una<br />
manifestazione complessa <strong>del</strong> sublime spaventoso, condensato in<br />
un segnale storico e sociale: la schiavitù, un’istituzione che era<br />
stata abolita appena sette anni prima nell’Impero Britannico, e<br />
che era ancora in vigore in altre parti <strong>del</strong>la regione atlantica. Ecco<br />
che l’oggetto <strong>del</strong>la ragione, lo sguardo disinteressato che contempla<br />
la bellezza, assume una connotazione doppiamente inquietante,<br />
perché si riscontrano sia l’inquietudine <strong>del</strong> sublime,<br />
dei sentimenti portati all’eccesso e <strong>del</strong>la passione irrazionale, che<br />
l’inquietudine di affrontare il represso: la repressione <strong>del</strong>la<br />
schiavitù, i cui proventi indiretti <strong>del</strong>le piantagioni di zucchero,<br />
cotone e caffè finanziavano il <strong>mondo</strong> produttivo e la società che