Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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222 IAIN CHAMBERS<br />
Viaggio interrotto<br />
Rieccoci a Ulisse. Legato all’albero maestro <strong>del</strong>le sue intenzioni,<br />
mentre gli uomini <strong>del</strong> suo equipaggio, le orecchie tappate<br />
con la cera, rimangono sordi al canto <strong>del</strong>le sirene, Ulisse conferma,<br />
per coloro che verranno dopo di lui, l’idea <strong>del</strong>l’alterità come<br />
minaccia mortale, l’ignoto che ci separa da noi stessi e ci<br />
porta all’annientamento e all’oblio. Ulisse, una volta che tutto è<br />
stato detto e fatto, è un uomo che sa dove tende il suo vagare:<br />
verso casa, verso se stesso. Il suo viaggio per gli spazi vuoti di<br />
cui il logos non si è ancora impossessato apre quel passaggio <strong>del</strong>la<br />
conoscenza e <strong>del</strong> potere che illumina la storia <strong>del</strong>l’Occidente,<br />
gettandone l’ombra sul <strong>mondo</strong>. Tornare a quel viaggio mitico al<br />
giorno d’oggi, ma senza seguirne la linea d’ombra, mi costringe<br />
a far fronte a un supplemento, un eccesso <strong>del</strong> senso, che blocca<br />
la possibilità di fare ritorno a casa. Nella rivendicazione drammatica<br />
degli altri, dei repressi e degli sradicati, odo voci che il<br />
viaggio <strong>del</strong>l’Occidente ha storicamente messo a tacere ma che<br />
adesso emergono in maniera inequivocabile dentro di me. Miti<br />
di viaggi si manifestano ormai come “‘favole’ che gettano luce<br />
sull’‘originale’ che è la violenza <strong>del</strong> nostro <strong>mondo</strong>, e contrassegnano<br />
i passaggi che non conducono all’‘originale’ che è l’Occidente<br />
o l’Oriente, bensì alla sopravvivenza nel <strong>mondo</strong> postcoloniale”<br />
(Chow 1995, p. 202).<br />
Le fondamenta stesse <strong>del</strong>la modernità occidentale (il mio senso<br />
<strong>del</strong>la storia, il mio senso <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> e il mio sé) si basano sull’idea<br />
<strong>del</strong> viaggio. L’epoca <strong>del</strong>l’“immagine <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>”, dove il pianeta,<br />
ricondotto in una cornice unica, reso trasparente da una sola<br />
fonte di conoscenza che viaggia, “scopre” e raccoglie, ha inizio<br />
simbolicamente nel 1492.<br />
Non è che l’immagine <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> da medievale che era divenga moderna;<br />
ma è il costituirsi <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> a immagine ciò che distingue e caratterizza<br />
il Mondo Moderno [deer Neuzeit] (Heidegger 1950a, p. 89).<br />
Qui, nell’incontro con nuovi mondi, con l’alterità, si fissano<br />
un centro e una periferia epistemologici in cui il viaggiatore<br />
europeo è sempre il soggetto, mai l’oggetto <strong>del</strong>la Storia: “La<br />
storia è omogenea ai documenti <strong>del</strong>l’attività occidentale” (de