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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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Capitolo sesto<br />

Estraneo in casa<br />

Vorrei cominciare trattando un problema che, in un modo o<br />

nell’altro, ci riguarda tutti, tanto nella nostra attività intellettuale<br />

quanto nella vita quotidiana: forse la sovranità nazionale non si sta<br />

sgretolando in quel modo così spettacolare previsto dai profeti <strong>del</strong><br />

capitale trans-globale e <strong>del</strong> flusso di informazioni. Né tantomeno<br />

si sta sfaldando per lasciare il posto a un senso d’identità trans-nazionale.<br />

I curdi, i baschi, i palestinesi, i tibetani, reclamano tutti<br />

quanti il loro diritto all’autogoverno. Si scopre che “la nazione è<br />

sempre una realtà in divenire, piuttosto che una realtà già consolidata”<br />

(Hage 1996, p. 477). Per quanto già istituita, pare sempre<br />

che la nazione stia sempre a un passo dal compimento, ma senza<br />

mai arrivarci <strong>del</strong> tutto (p. 478) 1 . Di certo, come ha asserito Arjun<br />

Appadurai (1996), i media e l’emigrazione dei nostri tempi hanno<br />

alterato profondamente sia l’immaginazione pubblica che quella<br />

privata, in ogni luogo, modificando profondamente gli orizzonti<br />

potenziali <strong>del</strong>l’identità. Eppure, in un <strong>mondo</strong> in cui la volontà di<br />

combattere, uccidere, e persino di morire per un’astrazione chiamata<br />

“patria” o “nazione”, è spesso indissolubilmente legata a una<br />

precisa appartenenza etnica o fede religiosa, le forze complesse<br />

che configurano sostanzialmente il senso <strong>del</strong>l’appartenenza e <strong>del</strong>la<br />

“casa” rimangono prepotentemente al loro posto. Continua a esistere<br />

una vicinanza inquietante e, come osserva Ghassan Hage,<br />

persino un “immaginario nazionalista strutturato in maniera simile”<br />

che accomuna le identità etniche, spesso costituite come “na-<br />

1 Qui Hage commenta Z ˇ izˇek, definendo la nazione come una fantasia lacanica, come<br />

qualcosa su cui si deve sempre lavorare.

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