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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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146 IAIN CHAMBERS<br />

ni dipendono dalla contingenza <strong>del</strong> nostro essere in una situazione<br />

terrena che nessuna tecnologia, nessun anelito intellettuale potranno<br />

mai svelare o rappresentare appieno:<br />

Il cyberspazio non è una fatalità, è un dato di fatto. Fatale sarebbe rimanere<br />

nell’ignoranza teorica e critica <strong>del</strong> fenomeno attuale. Non<br />

siamo nemmeno pronti a <strong>del</strong>ineare una tipologia dei cambiamenti<br />

apportati dalla “rivoluzione digitale” all’architettura. Tra un fondamentalismo<br />

tecnico che prospera nell’intossicazione estetica di nuove<br />

proposizioni precise e il disincanto scettico o catastrofico di fronte al<br />

potere <strong>del</strong> vero tempo digitale, è possibile che si faccia largo a forza<br />

una terza strada, basata su un atteggiamento critico, teorico e anche<br />

storico (Girard 1997).<br />

In questo modo si segue Heidegger nella questione <strong>del</strong>la tecnologia,<br />

malgrado il pregiudizio comune secondo cui il filosofo<br />

tedesco si schieri contro la tecnologia in nome di un’autenticità rimossa.<br />

Per essere più precisi, e quindi per dire qualcosa di più inquietante<br />

e difficile da mandare giù, Heidegger prende posizione<br />

all’interno <strong>del</strong>la tecnologia 1 . Egli riconosce che siamo sospesi nei<br />

linguaggi <strong>del</strong>la tecnologia moderna, e questo conduce alla proposizione<br />

critica che da questo punto di partenza dobbiamo trovare<br />

la nostra strada.<br />

La volontà di architettare<br />

Come costruire, edificare, in un’epoca priva di telos? Che cos’è,<br />

esattamente, un edificio post-metafisico? Ponendo domande<br />

di questo tipo si opera già uno spostamento dall’Architettura alle<br />

architetture. Significa trasformare la tradizione in un luogo di traduzione,<br />

rendere la potenziale universalità <strong>del</strong> progetto particolare<br />

e specifica: dove costruire non vuol dire semplicemente impor-<br />

1 Questo punto viene ribadito, ad esempio, nel lavoro, per altri aspetti interessante, di<br />

John Run<strong>del</strong>l 1997. Nell’intervista televisiva <strong>del</strong> 1969 a cui si è già accennato, Heidegger<br />

afferma in maniera inequivocabile di non essere avverso alla tecnologia. Il filosofo prosegue:<br />

“Si tratta invece di comprendere l’essenza <strong>del</strong>la tecnica e <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> tecnico. A mio<br />

avviso, ciò non può accadere fintantoché la filosofia si muove nell’ambito <strong>del</strong>la relazione<br />

soggetto-oggetto” (Neske, Kettering, a cura, 1988, p. 57).

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