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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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LA STORIA, IL BAROCCO E IL GIUDIZIO DEGLI ANGELI 83<br />

<strong>del</strong> razionalismo. In fondo, Giordano Bruno venne condannato<br />

in quanto “uomo di lettere”. I suoi “errori” derivavano dall’ermeneutica<br />

testuale, dalla sua interpretazione di certi testi gnostici,<br />

in particolare quelli che vanno, collettivamente, sotto il nome<br />

di Ermete Trismegisto. Era un semiotico cinquecentesco che proponeva<br />

una lettura erudita, per quanto mistica, di un infinito decentrato<br />

che formalmente coincideva con la geometria scientifica<br />

<strong>del</strong>lo spazio che si stava affermando.<br />

Nondimeno, l’approccio magico alla lettura <strong>del</strong>la logica <strong>del</strong>l’universo<br />

non si limita a scomparire, ma bracca e pedina l’indagine<br />

posteriore. Prima di morire, nel pieno <strong>del</strong> nuovo secolo,<br />

Isaac Newton consegnò i suoi manoscritti a un baule, che venne<br />

scoperto da Keynes nel 1936. Gli scritti in esso contenuti trattano<br />

di esegesi biblica e di opere di alchimia e magia e forniscono<br />

una chiara illustrazione di come il “fisico più famoso fosse altresì<br />

il più grande mago” (Verlet 1993). Ci troviamo di fronte, come<br />

afferma Loup Verlet stesso nel suo libro sul contenuto di quel<br />

baule, alla conclusione <strong>del</strong>la discontinuità iniziale, con l’occultamento<br />

<strong>del</strong>le fondamenta lesionate <strong>del</strong> discorso. Ci viene fornita<br />

una versione che esclude fratture e rotture, una versione in cui i<br />

contenuti <strong>del</strong> baule vengono ignorati e negati. Gli anni che Newton<br />

trascorse a studiare il “linguaggio mistico” vengono inevitabilmente<br />

separati e in seguito cancellati dalla sua produzione<br />

scientifica. Tuttavia, come sostiene Verlet, la matematicizzazione<br />

<strong>del</strong>la realtà trova forse il suo momento genetico nell’ambito <strong>del</strong>la<br />

problematica religiosa da cui trae ispirazione e prosegue cercando<br />

risposte in altre forme “non scientifiche” <strong>del</strong>la conoscenza.<br />

Ed ecco che, sospesi tra le coordinate <strong>del</strong>la matematica e <strong>del</strong>la<br />

magia, siamo ritornati a Bruno.<br />

Il senso di perdita, il rozzo dislocamento, la caduta dallo stato<br />

di grazia nell’immenso scenario di un (dis)ordine incomprensibile<br />

e infinito, nel quale “l’uomo rotola dal centro verso la X” (Nietzsche<br />

1906, p. 8), dà certamente il via alla geografia <strong>del</strong>la malinconia<br />

barocca, all’insediamento <strong>del</strong>l’ironia, nonché alla sensibilità<br />

moderna <strong>del</strong>la secolarizzazione storica. Intrappolato nella fragilità<br />

di un anelito alla trascendenza, alla completezza, al ripristino <strong>del</strong>la<br />

verità, il Barocco riconosce nel tessuto stesso <strong>del</strong> linguaggio,<br />

nell’accoglienza voluttuosa <strong>del</strong>la perdita, un destino di interminabili<br />

peregrinazioni che rivela continuamente, in “tutte le mattine

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