Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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180 IAIN CHAMBERS<br />
liberale e <strong>del</strong>la coesistenza pluralista, ma anche un interrogativo<br />
profondo e perenne. Sempre Emmanuel Lévinas aggiunge:<br />
La relazione etica, che sottende il discorso, non è infatti una varietà<br />
<strong>del</strong>la coscienza che si irradia dall’Io. Essa mette in questione l’io.<br />
Questa messa in questione parte dall’altro (p. 201).<br />
Nel viaggio nel futuro, si rivela determinante anche il viaggio a<br />
ritroso, verso il focolare. Il passaggio tra passato e futuro si accompagna<br />
sempre alla ricerca <strong>del</strong>la conferma di casa. Per alcuni si<br />
tratta di un punto di riferimento saldo, di una stabilità rassicurante<br />
rappresentata in termini economici, sociali e storici, per altri è<br />
spesso un’immagine fragile, sbiadita e spesso strappata, nutrita<br />
più dal barlume immaginario <strong>del</strong>la memoria che dall’immediatezza<br />
<strong>del</strong>la conferma materiale. In questo intervallo tra la casa che mi<br />
invita ad andare avanti e quella che mi richiama indietro, emerge<br />
la forza di attrazione multipla <strong>del</strong> tempo, un tempo che non è<br />
semplicemente lineare e progressivo. Se il tempo, come osserva<br />
Akhil Gupta (1994), viene considerato immancabilmente un bene<br />
di consumo, allora il tempo di alcuni viene necessariamente considerato<br />
più ricco e potente <strong>del</strong> tempo di altri.<br />
Contro l’enfasi occidentale posta sul tempo lineare, che misura<br />
assiduamente lo sviluppo e il sottosviluppo sulla scia <strong>del</strong><br />
“progresso”, c’è il tempo <strong>del</strong>la migrazione, e la migrazione <strong>del</strong><br />
tempo da una modalità unica di misura (Bhabha 1994). È mediante<br />
la ricombinazione multipla <strong>del</strong> tempo, Salman Rushdie ci<br />
ricorda nei Versi Satanici (1988), che la novità emerge nel <strong>mondo</strong>.<br />
Il concorso di ritmi differenti nell’ambito <strong>del</strong>la modernità<br />
deforma, svia e distorce la sua unilateralità. Dimensioni diverse<br />
perturbano e interrompono la temporalità produttiva <strong>del</strong>l’accumulo<br />
misurato, lineare. Nella giustizia <strong>del</strong>la differenziazione, il<br />
tempo vissuto <strong>del</strong>la modernità va al di là <strong>del</strong>la singolarità parziale<br />
e astratta <strong>del</strong> “progresso” (Gupta 1994, pp. 172-175). Ciò<br />
perturba, pone in discussione e porta<br />
via il terreno su cui si sono storicamente costruite le distinzioni nella<br />
narrazione occidentale <strong>del</strong> progresso, le distinzioni che continuano a<br />
giustificare, sotto le mentite spoglie <strong>del</strong>lo “sviluppo”, la subordinazione<br />
e la gestione <strong>del</strong> “terzo <strong>mondo</strong>” di oggi (p. 179).