Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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128 IAIN CHAMBERS<br />
modalità di resisterle, rifiutarla e reprimerla. La musica, come<br />
linguaggio <strong>del</strong>la ripetizione, propone di continuo questo gioco<br />
tra il ricordo e la resistenza al passato. Nel ritorno <strong>del</strong> suono, la<br />
musica riempie gli intervalli nella memoria, provocando un superamento<br />
temporaneo <strong>del</strong>la resistenza alla sua presenza e al corpo<br />
che la incarna. Nell’istante <strong>del</strong>la ripetizione, che non sia tanto il<br />
caso di ricordare ciò che è stato dimenticato, quanto di esporre<br />
l’atto stesso <strong>del</strong>l’oblio? L’oblio viene dimenticato, ma il linguaggio<br />
<strong>del</strong>la ripetizione al contempo lo prende in mano e lo trasforma.<br />
Questa continuità <strong>del</strong> canto, “non va trattata come una faccenda<br />
<strong>del</strong> passato, ma come una forza che agisce nel presente”<br />
(Freud 1914, p. 357), fornisce coerente tutela <strong>del</strong>la presenza-assenza<br />
<strong>del</strong>la memoria <strong>del</strong>l’essere: rivelando nell’evento <strong>del</strong> suono<br />
quel contemporaneo dischiudersi e celarsi che è il ruolo fondamentale<br />
<strong>del</strong>l’arte secondo il filosofo <strong>del</strong>la Foresta Nera 1 .<br />
La memoria, attorno alla quale<br />
La memoria, attorno alla quale orbita e fa ritorno gran parte<br />
<strong>del</strong> senso di noi stessi, è la pelle tesa sul <strong>mondo</strong> attraverso la quale<br />
scorrono il desiderio, le emozioni e l’espressione. La memoria<br />
evoca l’erotizzazione <strong>del</strong> passato, ma non esiste in quanto entità<br />
autonoma: viene sostenuta e ispezionata dal linguaggio. Giacché<br />
mette in discussione l’apartheid <strong>del</strong>la memoria e gli agenti <strong>del</strong>l’oblio<br />
che tentano di consegnare il passato al complotto <strong>del</strong> silenzio,<br />
la musica sostiene una risonanza etica che ci consente di recuperare<br />
frammenti <strong>del</strong> suo corpo disperso. Al di là <strong>del</strong> monologo<br />
rigido <strong>del</strong>la lettura, <strong>del</strong>la catalogazione e <strong>del</strong>l’interpretazione <strong>del</strong><br />
precedente, al di là <strong>del</strong>lo smembramento accademico e istituzionale,<br />
la musica fonda un luogo potenziale che ispira una risposta:<br />
un lavorio <strong>del</strong>la memoria che ci dirige altrove. La musica ci consente<br />
di invertire temporaneamente il corso <strong>del</strong> tempo e di considerare<br />
la storia una testimonianza reversibile (pertanto mai sicura,<br />
come sostiene Walter Benjamin) che reca testimonianza <strong>del</strong>la re-<br />
1 Sul “dischiudimento” e sul “nascondimento” <strong>del</strong>l’arte, si veda Heidegger 1950b.