Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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176 IAIN CHAMBERS<br />
zioni” e “pulizia etnica”. In altre parole, c’è una vicinanza inquietante<br />
tra apparentamento e sterminio (Hage 1996, p. 466).<br />
Il mistero <strong>del</strong>la casa<br />
Il mistero <strong>del</strong> senso di appartenenza depositato nel desiderio,<br />
nella necessità di far parte di un’unità storica, sociale e culturale<br />
cui ci si riferisce come “casa” o “patria”, malgrado le teorie ottimistiche<br />
elaborate sul nomadismo e sul divenire rizomatico, stenta a<br />
scomparire. Come si è già rilevato, la casa in quanto domus è etimologicamente<br />
affine a dominus: dominio (Benveniste 1973, citato<br />
in Hage 1996, p. 473). La casa è il luogo in cui è possibile dominare<br />
e addomesticare, governare e articolare le cose e le relazioni, i<br />
materiali e i corpi, la fantasia e la realtà. Eppure, siamo tutti ben<br />
consapevoli di quanto sia alto il prezzo che l’umanità paga per<br />
questo desiderio: dall’ostracismo sociale, lo sfruttamento economico<br />
e la discriminazione razziale alla guerra, l’eliminazione fisica e,<br />
perfino, il genocidio pianificato e industrializzato. Non siamo nella<br />
posizione per risolvere questo mistero, il quale chiaramente va al<br />
di là <strong>del</strong>le nostre capacità di raziocinio. Questo significa che lo stato<br />
“irragionevole” <strong>del</strong>la nazione e <strong>del</strong> nazionalismo è irrazionale?<br />
Oppure esprime una disposizione di sentimenti con cui potremmo<br />
imparare a convivere diversamente? 1 .<br />
Una volta Alejandro Morales, romanziere chicano, mi ha domandato:<br />
dove finisce l’esilio e ha inizio la migrazione?”. Chiaramente<br />
questa matura alla luce di quello, ma fluttuare tra i due<br />
termini forse rende possibile focalizzarsi meglio sullo spostamento<br />
politico e ontologico dal restare nelle ombre lunghe di<br />
una patria che si è stati costretti ad abbandonare e il sopravvivere<br />
nei complessi meandri di un paese ospitante che sta anche diventando<br />
casa tua.<br />
Il passaggio dall’esilio alla migrazione, per quanto inevitabilmente<br />
sfumato, implica il movimento dalle certezze perdute <strong>del</strong>la casa precedente<br />
che devono essere preservate dalla dispersione <strong>del</strong> viaggio,<br />
all’assai più ambigua e incerta sistemazione <strong>del</strong> nuovo habitat; questo<br />
perché se anche chi emigra si aggrappa ancora a una comunità im-<br />
1 Per una discussione su questa tematica, si veda Rose 1996.