Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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182 IAIN CHAMBERS<br />
Nel disfarsi <strong>del</strong> mito <strong>del</strong>la casa, in cui il viaggio conferma<br />
sempre il punto di partenza fissato dall’illusione che alla fine si<br />
tornerà a casa, l’archetipo occidentale di Ulisse viene dirottato e<br />
mandato alla deriva. Il senso greco e omerico di “casa”, esaminato<br />
da Horkheimer e Adorno (1947) nella loro famosa analisi <strong>del</strong>l’Illuminismo,<br />
non fornisce solamente l’ovvia rassicurazione <strong>del</strong>la<br />
familiarità, ma anche la formazione culturale e il sostegno psicologico<br />
che strutturano la conseguente ragione <strong>del</strong>l’ego. Armato<br />
di certezza domestica, l’individuo è in grado di avventurarsi nel<br />
<strong>mondo</strong>, di affrontare tormenti e vicissitudini, indagarne le manifestazioni<br />
e tornare a casa con la conoscenza che ha guadagnato,<br />
perché:<br />
le avventure dànno a ciascun luogo il suo nome; e il loro risultato è il<br />
controllo razionale <strong>del</strong>lo spazio. Il naufrago tremebondo anticipa il<br />
lavoro <strong>del</strong>la bussola. La sua impotenza, a cui nessun posto <strong>del</strong> mare è<br />
più ignoto, tende insieme a destituire le potenze (Horkheimer, Adorno<br />
1947, p. 55) 1 .<br />
Una coscienza centrata nell’Io, una ragione tesa al controllo: un<br />
uomo solo traccia la rotta verso casa. La casa, per lui, non è necessariamente<br />
un rifugio o un riparo fisico; è la casa <strong>del</strong>la conoscenza<br />
la cui forza propulsiva gli promette l’accesso a ciò che deve conoscere,<br />
scoprire e assimilare.<br />
Ciò che intendo è che un viaggio <strong>del</strong> genere (in cui la ragione<br />
autonoma e patriarcale percorre un tragitto attraverso il <strong>mondo</strong>,<br />
immemore <strong>del</strong>la voce e <strong>del</strong>le storie degli altri, rifiutando, per dirla<br />
con Paul Carter “di cedere l’autorità a qualcosa di diverso dalla<br />
propria rappresentazione”) oggi è intellettualmente impossibile:<br />
al termine <strong>del</strong> viaggio non si fa ritorno a casa, non c’è un’Itaca<br />
che aspetta, non c’è Penelope, il viaggio non ha fine (Carter 1996,<br />
p. 309). La prospettiva di addomesticare il <strong>mondo</strong> al fine di confermare<br />
la struttura e l’avarizia <strong>del</strong>l’ego è interrotta per sempre.<br />
Il <strong>mondo</strong>, il senso <strong>del</strong> luogo e <strong>del</strong>l’appartenenza, <strong>del</strong> domestico<br />
e <strong>del</strong>l’estraneo, <strong>del</strong>la stessa modernità occidentale, viene riconfigurato<br />
in modo irreversibile. Il momento di sconcerto indotto<br />
1 Ho lasciato la trattazione <strong>del</strong>la figura cruciale di Ulisse al capitolo seguente.