27.07.2013 Views

Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ARCHITETTURA, AMNESIA E IL RITORNO DELL’ARCAICO 139<br />

nell’enigma <strong>del</strong> rumore. Oltre al mormorio perenne che l’intellighenzia<br />

locale riversa nei lamenti letterari e nel conservatorismo<br />

critico attorno alla rovina, la nostalgia e il decadimento urbani, ci<br />

sono i suoni che si levano dalla strada tra le sgommate interminabili<br />

dei motorini e gli stizzosi clacson <strong>del</strong>le macchine: le urla dei<br />

pescivendoli, le grida di saluto, i camion di passaggio e le voci<br />

amplificate dal megafono che offrono cocomeri, giocattoli, cristallerie<br />

e cassette pirata di canzoni napoletane; il fruttivendolo che<br />

commenta pubblicamente la sua merce e i suoi prezzi, a suo dire<br />

bassissimi, in terza persona: “Che belle pesche. Duemila lire…<br />

Ma questo è pazzo”; il venditore ambulante di bacche selvatiche<br />

alle sette di mattina a luglio che riempie i vicoli vuoti con le sue<br />

grida stridule. Queste lacerazioni <strong>del</strong> silenzio confermano la punteggiatura<br />

fisica <strong>del</strong>lo spazio per mezzo <strong>del</strong>la voce, <strong>del</strong> corpo, ed è<br />

il corpo che fornisce una grammatica fondamentalmente gestuale<br />

in cui le mani diventano punti interrogativi, le braccia segnali tormentati,<br />

e le facce maschere contorte. Scaturisce un’economia<br />

prelinguistica nello spazio urbano che rivela tra i suoni una sfiducia<br />

che affonda le radici nelle parole, la loro promessa di fornire<br />

una spiegazione e di custodire la ragione.<br />

Il piano nascosto <strong>del</strong>la città è sito nell’architettura <strong>del</strong>l’introspezione<br />

che si rivela negli edifici che si sgretolano e nelle facciate<br />

rivestite di sudiciume, ma anche nelle facce silenziose e nei<br />

sentimenti scettici dei suoi abitanti. Qui, dove la linearità <strong>del</strong><br />

tempo gira vorticosamente in ritmi differenti, il residuo, l’arcaico<br />

e il premoderno possono rivelarsi come dettagli viscerali e le distorsioni<br />

mettono a repentaglio la purezza sognata <strong>del</strong>la pianificazione<br />

razionale e <strong>del</strong> design funzionale. Nella sua arte di arrangiarsi,<br />

accontentarsi e risistemare gli elementi disponibili come<br />

sostegno per una fragile esistenza urbana, la presenza di Napoli<br />

(come città europea, mediterranea e contemporanea) propone<br />

un ritorno eterno al lessico enigmatico <strong>del</strong>la vita urbana moderna,<br />

alle contingenze di un linguaggio instabile in cui tutti gli abitanti<br />

<strong>del</strong>la città trovano posto e contestualizzazione. Napoli è<br />

quindi altresì un paradigma potenziale <strong>del</strong>la città dopo la modernità.<br />

Legata nei suoi ritmi diseguali e nelle sue abitudini effimere<br />

ad altre città non occidentali e all’emergente globalità metropolitana,<br />

propone un’interruzione nella comprensione <strong>del</strong>la vita, <strong>del</strong>l’architettura<br />

e <strong>del</strong>la pianificazione urbane lasciateci in eredità.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!