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indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni

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Tabella 4.3b – Tipologia di investitori per mezzo pubblicitario<br />

Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 114<br />

Penetrazione sul<br />

totale investitori (%)<br />

Investimento medio<br />

annuale (€)<br />

Televisione 3,5% € 92.005<br />

Televisione generalista (nazionale) 0,6% € 321.668<br />

Radio 5,1% € 10.628<br />

Editoria quotidiana 16,5% € 7.209<br />

Editoria periodica 18,5% € 6.326<br />

Editoria annuaristica 39,9% € 798<br />

Cinema 1,0% € 5.347<br />

Pubblicità esterna 19,1% € 2.500<br />

Internet 22,7% € 3.939<br />

Fonte: elaborazioni su <strong>indagine</strong> di mercato GfK Eurisko<br />

In secondo luogo, la differenziazione della domanda emerge con forza anche dall’analisi dei settori<br />

di appartenenza degli investitori pubblicitari (v. Tabella 4.4).<br />

Pertanto, dall’analisi condotta nel corso dell’<strong>indagine</strong> nonché dalle osservazioni dei soggetti<br />

intervenuti emergono le considerazioni di seguito elencate.<br />

Le imprese di grandi dimensioni, che producono una elevata quantità e varietà di prodotti tendono a<br />

privilegiare mezzi caratterizzati da una significativa penetrazione fra le famiglie; lo stesso si può<br />

riscontrare per i settori del largo consumo che si rivolgono a mezzi in grado di raggiungere un<br />

pubblico vasto e indifferenziato. La televisione viene utilizzata da imprese in media di grande<br />

dimensione attive prevalentemente (pari al 40% sul totale inserzionisti che investe nel mezzo) in<br />

beni di largo consumo (alimentari, cura della persona, toiletterie, bevande, prodotti farmaceutici e<br />

sanitari) a cui si aggiunge una quota importante di aziende del settore automobilistico (11,6%) e<br />

<strong>delle</strong> tele<strong>comunicazioni</strong> (12,3%). I periodici, stante la specializzazione dal lato editoriale di molti<br />

magazine, rappresentano il mezzo privilegiato per la programmazione pubblicitaria del settore<br />

dell’abbigliamento e degli accessori (27%). Fra gli investitori che investono prevalentemente nel<br />

mezzo si riscontrano anche soggetti dei comparti della cura della persona (10,6%), della casa<br />

(8,3%) e oggetti personali (6%), per i quali la pubblicità su prodotti editoriali con target specifico<br />

assume particolare rilievo. La pubblicità sui quotidiani rappresenta uno strumento di comunicazione<br />

più spesso utilizzato da inserzionisti appartenenti al settore automobilistico (10,1%), della<br />

distribuzione (7,2%), nonché al comparto dei servizi (complessivamente di circa il 18%, di cui il<br />

6,2% banche e assicurazioni, il 5,4% servizi professionali, il 2,8% enti/istituzioni, il 3,5%<br />

tele<strong>comunicazioni</strong>). Radio, affissioni e cinema presentano un’articolazione della domanda piuttosto<br />

simile a quella della televisione (beni di largo consumo: alimentare, automobilistico, bevande,<br />

alcolici) ma anche tele<strong>comunicazioni</strong> e distribuzione sebbene la dimensione media per accedere a<br />

tali mezzi sia sensibilmente inferiore.<br />

Un altro elemento che conduce ad una segmentazione della raccolta pubblicitaria tra i vari mezzi<br />

concerne appunto la dimensione minima d’accesso alla piattaforma in termini di investimento<br />

pubblicitario. Nel corso dell’<strong>indagine</strong>, e in base alle osservazioni acquisite dagli operatori, è<br />

emerso, infatti, che per investire in televisione occorre effettuare un investimento minimo assai più<br />

elevato rispetto a quello necessario negli altri media 162 . Questa caratteristica, ossia i (bassi) costi di<br />

162 “A parere di Sipra, infine, la principale differenza fra i vari mezzi di comunicazione, idonea a determinare una<br />

sensibile segmentazione degli stessi, è rappresentata dalla soglia di accesso in termini di investimento - per la

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