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indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni

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pubblicità su una molteplicità di mezzi che trova espressione la capacità competitiva del centro<br />

media (v. § 2.2).<br />

Tuttavia, secondo un recente orientamento comunitario e nazionale, le Autorità hanno iniziato a<br />

delineare una possibile distinzione fra i servizi di intermediazione pubblicitaria sui mezzi classici<br />

(televisione, radio, quotidiani, periodici, esterna) e i servizi di intermediazione pubblicitaria on<br />

line 69 .<br />

Come per i mezzi classici, anche la pubblicità on line (cosiddetta “inventario” 70 ) può essere venduta<br />

dagli editori ricorrendo ad un canale diretto di vendita oppure attraverso l’ausilio degli intermediari<br />

di pubblicità on line. La scelta fra uno dei due canali dipende principalmente dal valore dello spazio<br />

pubblicitario venduto, dalla dimensione del singolo editore e dai corrispettivi ottenuti attraverso i<br />

differenti canali in un’ottica di massimizzazione dei profitti da parte dell’editore stesso.<br />

Generalmente, si distingue lo spazio pubblicitario sul web in funzione della visibilità dello stesso<br />

sul sito, fra premium, più pregiato perché posizionato nella parte più evidente <strong>delle</strong> pagine web (ad<br />

esempio, la porzione alta della homepage), e remnant, corrispondente alla parte dell’inventario<br />

dell’editore di minore valore. Sebbene entrambe le tipologie di spazio possano essere vendute<br />

attraverso i due canali, lo spazio premium degli editori di maggiore dimensione si presta ad essere<br />

venduto attraverso il canale diretto, tenuto conto della maggiore disponibilità degli advertiser a<br />

pagare per ottenerlo; mentre lo spazio remnant tende ad essere venduto attraverso gli intermediari.<br />

Diversamente gli editori web piccoli o medio piccoli, non potendo avvalersi di reti di vendita<br />

adeguate per provvedere direttamente alla distribuzione del proprio inventario, devono ricorrere in<br />

maniera quasi obbligata ai servizi <strong>delle</strong> piattaforme di intermediazione 71 .<br />

Accanto ai servizi resi dai centri media (che coinvolgono anche il mezzo internet), su internet si<br />

riscontrano altre due forme di intermediazione pubblicitaria che si avvalgono dell’impiego di<br />

strumenti tecnologici innovativi e processi largamente automatizzati: i network pubblicitari e le<br />

piattaforme di intermediazione (cd. adverting exchanges). Tali forme di intermediazione appaiono<br />

tuttavia rilevare più dal punto di vista del procurement market che in quello del sale market (v.<br />

supra).<br />

I network pubblicitari rappresentano, infatti, <strong>delle</strong> piattaforme informatiche a due versanti che<br />

favoriscono l’interazione e il contatto fra gli editori che vogliono vendere gli spazi pubblicitari<br />

disponibili sui propri siti internet (primo versante) e gli inserzionisti di pubblicità che intendono<br />

posizionare annunci pubblicitari sui siti aderenti al network (secondo versante). Il gestore del<br />

network pubblicitario svolge, pertanto, la funzione di mediatore fra i due gruppi di soggetti e, al<br />

contempo, soddisfa le rispettive domande di servizi. Se da un lato, aggrega gli spazi pubblicitari resi<br />

disponibili dall’insieme dei siti aderenti all’ad network assicurando agli editori la massimizzazione<br />

<strong>delle</strong> opportunità di remunerazione e la riduzione dei costi amministrativi connessi alla<br />

compravendita di spazi pubblicitari; dall’altro, funge da interlocutore unico nelle decisioni di spesa<br />

pubblicitaria per gli inserzionisti di pubblicità, consentendo loro una riduzione dei costi di<br />

transazione. Accanto a tale principale funzione, i network pubblicitari offrono all’inserzionista<br />

anche altri servizi di controllo e di efficacia <strong>delle</strong> campagne pubblicitarie on line, fra cui, il<br />

monitoraggio del rendimento degli annunci pubblicitari posizionati nell’inventario. Il modello di<br />

remunerazione della piattaforma prevede, generalmente, la ripartizione degli importi ricevuti dagli<br />

inserzionisti per l’acquisto dello spazio pubblicitario fra il gestore della piattaforma e gli editori dei<br />

69 Cfr. caso n. COMP/M.4731 – Google/DoubleClick, decisione della Commissione europea del 11 marzo 2008; caso n.<br />

COMP/M. 5727 - Microsoft/Yahoo! Search Business, decisione della Commissione europea del 18 febbraio 2010; prov.<br />

n. 20224, caso n. A420 - Federazione Italiana editori giornali/Google, decisione dell’Autorità garante della<br />

concorrenza e del mercato del 26 agosto 2009.<br />

70 Questo tipo di pubblicità è anche detto inventory da non confondersi con la clausola “inventory media” inserita nei<br />

contratti tra centri media e inserzionisti e descritta al precedente § 2.2.1.<br />

71 Cfr. caso n. COMP/M.4731 – Google/DoubleClick, cit., par.18 e ss.<br />

Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 49

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