indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni
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all’entrata della pubblicità su internet rispetto alla pubblicità di tipo tradizionale, a fronte di una<br />
probabile maggiore efficacia dell’investimento…la campagna pubblicitaria on line è in grado di<br />
raggiungere un pubblico di massa, come quello contattato dai mezzi tradizionali, attraverso<br />
molteplici forme di comunicazione innovative (search, display, email, ma anche social networks,<br />
blog, minisiti dedicati a prodotti specifici, ecc) che permettono di moltiplicare le occasioni di<br />
contatto con i potenziali consumatori” 354 .<br />
A tal proposito, si evidenzia che il numero di inserzionisti nazionali che investono in pubblicità di<br />
tipo display su internet è superiore a 2.700 (fonte UPA, dato relativo al 2010), numerosità che è<br />
decisamente superiore a quella di radio e televisione. Peraltro se si contassero gli inserzionisti che<br />
investono in search tale numero sarebbe assai più elevato, avvicinandosi a quello della stampa.<br />
Evidenza confermata dagli stessi operatori degli altri mezzi che hanno affermato che “la più<br />
contenuta dimensione minima di investimento del mezzo attrae nuovi clienti più difficilmente<br />
presenti sul mezzo televisivo” 355 .<br />
Gli investimenti pubblicitari on line manifestano pertanto alcune specifiche peculiarità dal lato della<br />
domanda, che riflettono le caratteristiche del mezzo. Da un punto di vista merceologico, le categorie<br />
di inserzionisti che assegnano quote significative della propria spesa pubblicitaria complessiva ad<br />
internet sono quelle più vicine per natura o vocazione al web: l’informatica e i servizi professionali,<br />
che gli riservano rispettivamente il 22% e il 21%, i settori che sfruttano il vantaggio competitivo<br />
che internet offre loro (tempo libero con il 13,2%), o, infine, i settori che beneficiano della<br />
possibilità di dare immediatamente seguito alle necessità informative attraverso il passaggio alla<br />
fase di consumo (finanza/assicurazioni con il 15%) 356 . Si tratta pertanto di settori che non<br />
corrispondono, almeno ancora, ai maggiori investitori in pubblicità sui mezzi di comunicazione<br />
classici357 .<br />
I dati precedenti si riferiscono, come detto, alla pubblicità di tipo display358 . Da una sommaria<br />
analisi degli investitori in pubblicità di tipo search (non esistono, infatti, dati di mercato ma si è<br />
dovuto ricorrere ad un approfondimento specifico), è confermato il differente profilo merceologico<br />
rispetto agli altri mercati pubblicitari. Inoltre, in questo caso è assai elevato il numero di piccoli<br />
inserzionisti dei settori più disparati che investono (quasi esclusivamente) nel web.<br />
5.3.3. L’intermediazione nella pubblicità on line<br />
La pubblicità on line presenta una struttura peculiare anche dal lato dell’intermediazione,<br />
evidenziando in particolare una rapida crescita nella varietà di soggetti che forniscono servizi di<br />
intermediazione nella raccolta. In parte questa peculiarità deriva dalla natura stessa del mezzo e<br />
dalle opportunità offerte dai nuovi strumenti 359 .<br />
354 Cfr. verbale di audizione con IAB del 13 ottobre 2010.<br />
355 Cfr. verbale di audizione con Publitalia del 22 novembre 2010 .<br />
356 IAB nell’audizione del 13 ottobre 2010 evidenzia che “la ripartizione degli investimenti pubblicitari on line per<br />
classi merceologiche evidenzia che i maggiori investitori appartengono ai seguenti settori: finanza, automobili,<br />
turismo/viaggi, e tele<strong>comunicazioni</strong>”.<br />
357 IAB ha dichiarato inoltre come “alcune tipologie di investitori rilevanti in termini di spesa, come quelli del settore<br />
alimentare, non investono molto nell’advertising on line. I grandi investitori in particolare, ancora riservano a internet<br />
una bassa percentuale dei propri investimenti”. Microsoft, in merito, afferma che “il segmento della pubblicità on line<br />
continua ad attrarre solo determinate categorie merceologiche di inserzionisti mentre alcuni settori economici (fra cui<br />
l’alimentare) continuano ad essere meno presenti, preferendo il mezzo televisivo”.<br />
358 UPA, Pubblicità in cifre, Anno 2010.<br />
359 In merito, Fullsix ha evidenziato che “La maggiore complessità dell’attività svolta dalle concessionarie, dalle<br />
agenzie e dai centri media connessa all’advertising on line può essere spiegata non solo in ragione della numerosità<br />
dei siti e del moltiplicarsi <strong>delle</strong> opportunità comunicative ma dalle caratteristiche della campagna pubblicitaria sul<br />
web. La comunicazione in rete non si limita, infatti, al mero acquisto di spazi pubblicitari, ma concerne un’attività più<br />
articolata che presuppone la definizione di una strategia di costruzione della reputazione del cliente, in grado di<br />
accrescere la sua visibilità. In altri termini, la rete presuppone una consulenza globale e strategica di comunicazione<br />
Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 200