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indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni

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Normalmente i meccanismi sottostanti le piattaforme informatiche di incontro tra domanda e offerta<br />

per le inserzioni pubblicitarie per le campagne pubblicitarie di tipo search e quelle di tipo<br />

contestuale sono analoghi e si basano su un sistema ad aste. L’inserzionista non acquista “spazi” ma<br />

“parole chiave” (keywords) e tali acquisti avvengono prevalentemente on line con un servizio “self<br />

service” che consente in autonomia di indicare le “parole chiave” in base al loro prezzo. In<br />

particolare, la pubblicità di tipo search è gestita attraverso un sistema automatico di aste sulla base<br />

di tre criteri espliciti: la rilevanza testuale, la qualità della pagina di pubblicità, il tasso di click<br />

ottenuto dalla stessa o analoga inserzione nel passato. Il prezzo pagato per ciascun messaggio è poi<br />

fissato con il criterio dell’asta al secondo miglior prezzo 361 .<br />

5.3.4. L’offerta di pubblicità on line<br />

La compresenza di canali di intermediazione e vendita così differenti è strettamente correlata alle<br />

caratteristiche dell’offerta di pubblicità on line, dove convivono soggetti di diversa origine e natura.<br />

Il mercato della pubblicità su internet mostra infatti vivacità anche in termini di numerosità e<br />

caratteristiche (oltre che di ruoli nella filiera produttiva) degli operatori attivi. Le possibilità offerte<br />

dalla tecnologia, sia in termini di nuove forme pubblicitarie, sia in termini di nuovi servizi e<br />

piattaforme, rendono più difficile tracciare sul web il confine tra intermediazione e offerta secondo<br />

le categorie classiche della comunicazione e lasciano spazio a nuovi soggetti 362 . La versatilità del<br />

mezzo, quindi, comporta difficoltà nella codifica anche sotto il profilo dell’offerta.<br />

In base alla dimensione e alle competenze, nell’on line si possono distinguere tre tipologie di editori<br />

di siti web. I maggiori gestiscono direttamente i propri siti e vendono gli spazi pubblicitari tramite la<br />

propria forza vendita (e concessionaria) o tramite il proprio network pubblicitario. Altri grandi<br />

editori vendono direttamente i propri spazi pubblicitari migliori ma si avvalgono di uno o più<br />

network pubblicitari per vendere l’inventario “non riservato” (remnant). Gli operatori minori infine<br />

si rivolgono ai network pubblicitari per vendere tutto il proprio inventario.<br />

Analizzando la natura dell’offerta, si può operare una distinzione tra soggetti che operano anche su<br />

altri mezzi e operatori prevalentemente digitali. Dal lato della raccolta pubblicitaria, infatti,<br />

agiscono le concessionarie provenienti dai mezzi classici (su tutte il gruppo RCS che rappresenta il<br />

settimo gruppo in termini di audience su web, v. supra, Tabella 5.3), per la maggior parte integrate<br />

verticalmente con i gruppi editoriali (v. Capitolo 3), generalmente strutturate con un’organizzazione<br />

dedicata per internet 363 . Tali operatori sono attivi sul web in analogia agli altri mercati e sono<br />

focalizzati sulla raccolta pubblicitaria di tipo display, gestita direttamente o intermediata dai centri<br />

media.<br />

Il mercato italiano registra inoltre la presenza di società di tele<strong>comunicazioni</strong> che operano<br />

direttamente sul web a seguito di investimenti per la creazione di propri portali 364 . In particolare,<br />

361 La scelta di questa modalità è il frutto dell’esperienza <strong>delle</strong> prime aste sulla base del primo prezzo che generavano<br />

molti problemi di eccessiva oscillazione. Inoltre, il meccanismo del prezzo legato alla seconda migliore offerta evita di<br />

sfruttare subito l’intera disponibilità a pagare dell’inserzionista, incentivandone l’uso futuro. Infine, se prevalesse il<br />

criterio del prezzo più alto, si arriverebbe ad una riduzione di rilevanza del risultato, facendo collassare in breve tempo<br />

il sistema.<br />

362 Secondo la descrizione di Mediamond nel corso dell’audizione del 1 dicembre 2010: “L’offerta nel comparto<br />

internet, infine, è molto articolata: accanto agli operatori presenti nei comparti tradizionali, si stanno affermando<br />

nuovi soggetti (aggregatori di contenuti, blog, social network)”.<br />

363 Piemme ha affermato che “con riferimento all’attività di vendita, cioè la concessionaria si avvale di personale<br />

specializzato dedicato alla pubblicità on line che risulta tuttavia integrato con il personale che si occupa del mezzo<br />

cartaceo” (verbale di audizione del 21 gennaio 2011).<br />

364 Yahoo!, nel corso dell’audizione del 26 gennaio 2011, ha evidenziato “come negli altri Paesi, dove le aziende<br />

investono volumi più significativi in pubblicità, come ad esempio Germania e Regno Unito, da un lato gli operatori di<br />

tele<strong>comunicazioni</strong> non investono sul web, mentre dall’altro gli editori non gestiscono in proprio la pubblicità ma la<br />

danno in concessione a strutture quali Yahoo!. Diversamente in Italia il contesto competitivo è vivacizzato proprio<br />

dalla presenza di gruppi editoriali quali RCS e Manzoni, che hanno investito fortemente sul web”.<br />

Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 202

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