indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni
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valutazioni precedenti risultano confermate laddove i media che raggiungono target più selezionati -<br />
periodici, televisione satellitare, e soprattutto internet (grazie alla possibilità di maggior profilazione<br />
dell’utenza da parte della pubblicità on line, v. Capitolo 5) - presentano CPM più elevati (nel 2010,<br />
rispettivamente 4,6; 8,6; e 10,4 euro).<br />
Da un punto di vista dinamico emergono alcuni elementi comuni nell’evoluzione dei CPM medi. In<br />
primo luogo, l’effetto della crisi del 2009 si è sentito omogeneamente sul costo medio della<br />
pubblicità di tutti i media (tranne internet), con ciò evidenziando un rilevante effetto reddito subito<br />
dai mercati pubblicitari. Inoltre, non vi è evidenza di alcun effetto di sostituibilità tra internet e i<br />
quotidiani: infatti, se si considera l’ultimo biennio (2008-2010), a fronte di un incremento del costo<br />
medio della pubblicità on line (+7%), la quantità di inserzioni venduta sui quotidiani è diminuita (-<br />
3%), senza evidenziare pertanto alcun travaso dal primo al secondo mezzo; analogamente, a fronte<br />
di una significativa diminuzione dei prezzi <strong>delle</strong> inserzioni dei quotidiani (-21%), le inserzioni on<br />
line vendute sono aumentate a ritmi sostenuti (+20%) 168 . Analogo discorso vale per i periodici, che,<br />
nel medesimo periodo di riferimento, hanno visto una contrazione dei prezzi di circa il 30%, a<br />
fronte di una riduzione <strong>delle</strong> quantità vendute di circa il 12%. Anche in questo caso, la riduzione dei<br />
prezzi non ha comportato né un travaso di risorse dagli altri mezzi (ed in particolare dal web), né<br />
l’incremento dei prezzi di internet ha sostenuto la domanda di inserzioni sui periodici.<br />
In sostanza, la rilevante e strutturale diminuzione <strong>delle</strong> inserzioni sulla carta stampata (anche a<br />
fronte di significative contrazioni dei prezzi medi), e il contestuale sostenuto incremento della<br />
pubblicità on line (anche a fronte di una crescita del costo medio) non appaiono legati da alcun<br />
rapporto di sostituibilità, dovuto a variazioni nei prezzi relativi.<br />
Andando ad analizzare l’andamento dei prezzi medi nei singoli mercati, si evidenza come nella<br />
televisione generalista vi siano state nell’ultimo decennio <strong>delle</strong> lievi oscillazioni del CPM intorno<br />
ad un valore di equilibrio che si mantiene piuttosto costante nel tempo. La televisione generalista<br />
dimostra anche con riferimento ai prezzi medi degli spazi pubblicitari la propria capacità di tenuta<br />
rispetto agli altri mezzi di comunicazione, nonostante da un lato, il difficile periodo congiunturale<br />
che ha interessato l’intero settore pubblicitario a partire dal 2008, e dall’altro, l’evoluzione<br />
tecnologica che ha condotto sia alla progressiva affermazione di internet quale piattaforma<br />
innovativa in grado di veicolare nuove forme di comunicazione pubblicitaria, sia alla progressiva<br />
diffusione della televisione a pagamento su piattaforma satellitare. A tale riguardo, nonostante la<br />
crescente penetrazione dei canali satellitari a pagamento nel panorama televisivo nazionale,<br />
l’elemento che appare più sorprendente è la capacità dei principali canali della televisione<br />
generalista di mantenere il proprio posizionamento in termini di ricavi complessivi, nonché di<br />
corrispettivo medio pagato per la pubblicità. Sulla base <strong>delle</strong> informazioni acquisite, si può stimare<br />
che l’elasticità della domanda al prezzo <strong>delle</strong> inserzioni televisive sia decisamente inferiore a uno,<br />
evidenziando al contempo una domanda anelastica ed un notevole potere di mercato dei soggetti<br />
operanti nella televisione generalista.<br />
Con riferimento ai canali della televisione satellitare si osserva un andamento crescente del costo<br />
medio per contatto. Tale evoluzione è ascrivibile, da un lato, alla capacità dell’operatore satellitare<br />
(Sky) di raggiungere target di consumatori sempre più selezionati (anche in virtù di un’offerta<br />
sempre più allargata), dall’altro, all’accresciuto potere di mercato dell’operatore in esame nella<br />
vendita di spazi pubblicitaria sui propri canali 169 .<br />
168<br />
Tali considerazioni valgono considerando le quantità sia in termini di spazi pubblicitari venduti, sia di numero di<br />
acquirenti.<br />
169<br />
“Gli andamenti positivi della raccolta pubblicitaria riscontrati sul mezzo televisivo a livello nazionale si continuano<br />
a registrare anche grazie al contributo dell’operatore della televisione a pagamento Sky, per il quale si riscontra una<br />
accresciuta professionalità nella vendita degli spazi sui propri canali, caratterizzata da condizioni estremamente<br />
trasparenti (grazie alla presenza di listini) e ad una suddivisione degli spazi per target”. Cfr. verbale di audizione di<br />
UPA del 7 ottobre 2010.<br />
Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 120