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indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni

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4.9 Il mercato della raccolta pubblicitaria cinematografica<br />

In linea con gli orientamenti antitrust 307 nonché nell’analisi condotta nella presente <strong>indagine</strong> (cfr.<br />

supra, § 4.3), si ritiene che la raccolta pubblicitaria nelle sale cinematografiche, intesa come la<br />

vendita agli inserzionisti di spazi pubblicitari cinematografici, possa essere tenuta distinta dalla<br />

pubblicità veicolata attraverso gli altri mezzi di comunicazione, sia dal punto di vista della domanda<br />

sia da quello dell’offerta.<br />

Dal lato della fruizione del mezzo, e quindi della relativa domanda da parte degli inserzionisti, il<br />

cinema si configura come un mezzo complementare e non sostitutivo rispetto agli altri media, ed in<br />

particolare alla televisione 308 . Il cinema rappresenta infatti si propone come un mezzo integrativo<br />

rispetto agli altri media audiovisivi, ossia una naturale prosecuzione della comunicazione audio<br />

video di un inserzionista in una particolare location (ed in un particolare momento della<br />

giornata/settimana). Dalle indagini demoscopiche acquisite nell’<strong>indagine</strong> emerge come la pubblicità<br />

al cinema sia caratterizzata, da un lato, da un elevato ricordo mnemonico (più elevato rispetto alla<br />

televisione); dall’altro lato, da consumatori di profilo alto spendente e con medio/elevato livello di<br />

istruzione (cfr. Tabella 4.3). In tal senso, investono su questo mezzo in prevalenza investitori di<br />

settori - quali l’automobilistico, le bevande/alcolici, l’intrattenimento, oltre che l’alimentare (cfr.<br />

tabella 4.4 ) -, che intendono raggiungere quel particolare target d’acquisto.<br />

La struttura del settore assume poi, come ogni ambito pubblicitario, la struttura tipica dei mercati a<br />

due versanti, in cui le concessionarie vendono spazi pubblicitari acquisiti dagli esercenti<br />

cinematografici. In questo caso, vi è completa disintegrazione tra il lato pubblicitario ed il versante<br />

di intrattenimento, in quanto non sussistono legami, se non di natura contrattuale, tra concessionarie<br />

ed esercenti. In particolare, le concessionarie contrattualizzano direttamente con l’esercente<br />

cinematografico che può essere titolare di un solo cinema ovvero di un network di sale<br />

cinematografiche. Tali contratti sono di natura esclusiva e prevedono il riconoscimento per<br />

l’esercente di una percentuale della raccolta pubblicitaria lorda realizzata dalla concessionaria.<br />

Attualmente, esistono in Italia circa 3.000 sale cinematografiche, comprensive <strong>delle</strong> circa 600 del<br />

circuito ACEC di sale parrocchiali. Oltre il 70% di tali sale, ed in particolare, la totalità <strong>delle</strong> sale<br />

appartenenti a circuiti nazionali, è controllato, attraverso i predetti vincoli contrattuali, da tre<br />

concessionarie nazionali: Sipra, Opus Proclama e Moviemedia. Tali concessionarie sono, con<br />

l’eccezione di Sipra, interamente specializzate nella raccolta di pubblicità per il settore<br />

cinematografico. In particolare, queste società raccolgono pubblicità per gli inserzionisti nazionali,<br />

ossia per quegli operatori che vogliono sviluppare una propria comunicazione commerciale nelle<br />

sale cinematografiche coprendo un ampio bacino geografico.<br />

Sipra, appartenente al Gruppo RAI, raccoglie pubblicità per una pluralità di mezzi di<br />

comunicazione (v. supra, Capitolo 3). La società dispone, in ambito cinematografico, di un circuito<br />

(interamente digitalizzato) di circa 530 sale distribuite su tutto il territorio nazionale. Movemedia è<br />

una società che ha fatto recentemente il suo ingresso nel mercato (nel 2007), acquisendo<br />

velocemente un significativo portafoglio di schermi, attualmente pari a circa 880. Opus è una<br />

concessionaria attiva, anche per mezzo di società controllate e collegate, da decenni nel mercato<br />

pubblicitario cinematografico. Detiene una rete di oltre 650 schermi (di cui circa 580 digitali) tra cui<br />

i circuiti nazionali UCI e The Space. Tuttavia, a fine 2011, la società è stata messa in liquidazione.<br />

La dimensione del mercato pubblicitario cinematografico è assai ridotta: nel 2010, il fatturato<br />

complessivo non raggiunge i 70 milioni di euro (v. Tabella 4.27), facendo del cinema il mercato<br />

pubblicitario dimensionalmente meno rilevante (cfr. capitolo 3, Tabella 3.2). Tuttavia, si registra<br />

negli ultimi anni, dopo un periodo di strutturale declino, una fase di risveglio del settore,<br />

testimoniata dalla crescita del fatturato complessivo pari, nell’ultimo anno, al 18%. Tale andamento<br />

307 Cfr. Agcm, IC23 - Indagine <strong>conoscitiva</strong> sul settore televisivo: la raccolta pubblicitaria, cit., p. 11 s.<br />

308 Cfr. risposta alla richiesta di informazioni di Moviemedia del 7 dicembre 2010.<br />

Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 175

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