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indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni

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non è detto il contrario. Pertanto, le imprese che investono nel marketing di relazione non<br />

necessariamente destinano parte del proprio budget complessivo in comunicazione alla pubblicità<br />

classica attraverso i mezzi di comunicazione 115 .<br />

L’analisi condotta dall’Autorità permette di supportare tali affermazioni con dati empirici. In<br />

particolare, la Tabella 3.1b evidenzia come l’accesso ai mezzi di comunicazione, ed in particolare ai<br />

media classici, sia assai meno accentuato rispetto alla penetrazione <strong>delle</strong> attività di marketing di<br />

relazione. Il mezzo pubblicitario più importante per investimenti, fatturato, penetrazione presso il<br />

pubblico, e rilevanza ai fini della tutela del pluralismo, è senz’altro la televisione. Tuttavia, a tale<br />

mezzo accedono ogni anno soltanto il 3,5% degli investitori e meno dell’1% dell’universo <strong>delle</strong><br />

imprese. Più in generale, la penetrazione tra gli investitori dei media classici - ad eccezione<br />

dell’annuaristica - è costantemente inferiore al 20% (5% se si considera l’universo <strong>delle</strong> imprese),<br />

mentre nel caso <strong>delle</strong> attività del below the line tale valore - ad eccezione <strong>delle</strong> pubbliche relazioni -<br />

è costantemente al di sopra di questa soglia. Annuaristica ed internet, che presentano costi di<br />

accesso sensibilmente inferiori, mostrano percentuali di accesso simili alle attività del marketing di<br />

relazione.<br />

Tabella 3.1b – Accesso ai mezzi pubblicitari da parte degli investitori<br />

Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 77<br />

% investitori sul<br />

mezzo sul totale<br />

investitori<br />

% investitori sul<br />

mezzo sul totale<br />

imprese<br />

Televisione 3,5% 0,9%<br />

Radio 5,1% 1,3%<br />

Editoria quotidiana 16,5% 4,1%<br />

Editoria periodica 18,5% 4,6%<br />

Editoria annuaristica 39,9% 9,9%<br />

Cinema 1,0% 0,3%<br />

Pubblicità esterna 19,1% 4,7%<br />

Internet 22,7% 5,7%<br />

Promozioni 21,1% 5,3%<br />

Direct marketing 27,7% 6,9%<br />

Web marketing 23,2% 5,8%<br />

Relazioni pubbliche 6,7% 1,7%<br />

Eventi 21,8% 5,4%<br />

Sponsorizzazioni 24,0% 6,0%<br />

Fonte: elaborazioni su <strong>indagine</strong> di mercato GfK Eurisko<br />

Analogamente, e in linea con quanto rilevato in precedenza, circa il 40% degli investitori che non<br />

accede ai media, investe in below the line. In pratica, esiste una larga porzione di investitori, ben<br />

oltre 4 milioni, che, non potendo accedere ai mezzi di comunicazione di massa, investe in<br />

comunicazione pubblicitaria attraverso le attività di comunicazione del below the line. Ciò<br />

115 “La maggior parte dei clienti del below the line presentano, infatti, una capacità di spesa limitata che non consente<br />

loro di investire anche nella pubblicità classica. In altri termini, il below the line è in gran parte appannaggio <strong>delle</strong><br />

imprese che non fanno investimenti in attività di comunicazione above the line. Si tratta, inoltre, di investitori che<br />

realizzano attività di comunicazione a livello locale”. Cfr. Verbale di audizione di AssoComunicazione del 7 giugno<br />

2011.

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