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indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni

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In altre parole, la reputazione di un’impresa è sempre più condizionata dalle opinioni espresse dagli<br />

internauti e sempre meno da ciò che l’impresa comunica su se stessa. L’esito di una strategia<br />

efficace nei social media è la realizzazione di un processo complesso (spesso difficilmente<br />

controllabile), che sovverte la struttura della comunicazione pubblicitaria classica basata sulla<br />

comunicazione verticale di un prodotto (attraverso la pubblicità, un comunicato stampa, un evento)<br />

da presentare ad un target di riferimento, più o meno definito.<br />

Internet, l’informazione e i nuovi assetti<br />

Le trasformazioni che hanno interessato il mondo dei media attraverso le evoluzioni o le<br />

innovazioni del mondo digitale hanno avuto un impatto più o meno importante ed immediato nei<br />

diversi settori. Internet ha comunque indotto alcune trasformazioni nel comportamento degli utenti,<br />

che si sono tradotte in un’evoluzione della fruizione di tutti i media, con conseguenze rilevanti sotto<br />

il profilo del pluralismo dell’informazione (v. di nuovo delibera n. 555/10/CONS).<br />

Il settore editoriale, il primo interessato dalla rivoluzione digitale, ha evidenziato alcune<br />

trasformazioni, in parte comuni a livello mondiale, ma con sensibili differenze da un paese all’altro,<br />

anche se si denota in ogni caso uno spostamento del baricentro informativo e dei ricavi verso il<br />

mondo digitale335 .<br />

Negli ultimi anni, negli Stati Uniti, il Paese che per primo ha avvertito la crisi, si è assistito ad una<br />

perdita di centralità del quotidiano come centro della rete di relazioni sociali, che si stanno<br />

spostando sulle comunità virtuali336 , come ampiamente descritto dalle recenti analisi del Pew<br />

Research Center’s Project for Excellence in Journalism337 .<br />

Nello spazio digitale, le organizzazioni che producono le notizie si rivolgono sempre più spesso a<br />

reti di affiliazione per vendere i loro annunci (v. infra). Dipendono da aggregatori (come Google) e<br />

social network (come Facebook) per raggiungere una parte consistente del loro pubblico. E,<br />

diventando il consumo di notizie sempre più mobile, devono seguire le regole dei produttori di<br />

dispositivi (come Apple) o degli sviluppatori di software per fornire loro il contenuto (ogni nuova<br />

piattaforma richiede spesso un nuovo programma software).<br />

Ai nuovi operatori digitali non solo spetta una parte dei ricavi ma, ancora più importante, spesso<br />

sono loro a detenere e controllare i dati degli utenti. In un mondo mediatico il maggior potere<br />

contrattuale appartiene a coloro che comprendono il comportamento e le esigenze del pubblico e<br />

tale conoscenza (e l’esperienza nella raccolta di queste informazioni) è sempre più appannaggio di<br />

aziende tecnologiche al di fuori del settore editoriale. Tutte le innovazioni e tutte le iniziative<br />

commerciali che hanno maggiormente compromesso la carta stampata sono state inventate fuori dal<br />

mondo dei media e nascono nel mondo digitale, in particolare specifico di internet.<br />

Anche in Italia, la stampa è stato il primo settore che ha dovuto affrontare l’evoluzione digitale (cfr.<br />

anche Capitolo 4, parr. 4.6-4.7) 338 . I maggiori gruppi editoriali hanno diversificato il proprio<br />

portafoglio informativo digitale (sito web, versione digitale del quotidiano cartaceo, prodotti<br />

335<br />

Per un approfondimento sulla relazione tra internet ed il mercato <strong>delle</strong> notizie si veda anche OECD, The Evolution of<br />

News and the Internet, Working Party on the Information Economy, 2010.<br />

336<br />

Anche in Italia si verifica un fenomeno analogo e il tempo medio speso su Facebook è pari a circa quattordici volte il<br />

tempo medio speso sul primo giornale on line.<br />

337<br />

Cfr. in particolare, Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism , The State of The News Media, 2011.<br />

338<br />

“Nella proliferazione dei media, la dieta informativa degli utenti è sicuramente cambiata, comportando in realtà<br />

una diminuzione della frequenza di acquisto dei giornali piuttosto che del numero di lettori, ma la forza del brand<br />

editoriale ha resistito perché gli editori hanno presidiato il nuovo mezzo internet. Comunque l’evoluzione tecnologica<br />

non ha comportato una sostituzione del giornale cartaceo con altri prodotti più nuovi. Il giornale è un prodotto<br />

complesso, dal punto di vista editoriale, non essendo una mera collezione di articoli, così come potrebbe essere<br />

consultato dal sito di una testata. In proposito, l’I-Pad rappresenta un aspetto positivo per il mantenimento della<br />

modalità fruitiva del giornale e quindi anche del valore della pubblicità in esso contenuta”; verbale de Il Sole 24 Ore,<br />

del 2 dicembre 2010.<br />

Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 193

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