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indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni

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Tale attività di controllo non può pertanto eliminare il predetto effetto distorsivo del meccanismo<br />

dei diritti di negoziazione, effetto che appare idoneo ad influenzare negativamente le scelte di<br />

acquisto di spazi pubblicitari, soprattutto in particolari momenti dell’anno quali i canvas stagionali<br />

<strong>delle</strong> concessionarie e gli ultimi mesi dell’anno. In corrispondenza di tali periodi, secondo gli stessi<br />

operatori del mercato, si verificano movimenti di acquisto di spazi pubblicitari “anomali” rispetto a<br />

quella che sarebbe - in linea teorica - una pianificazione media rispondente a principi di efficienza<br />

ed efficacia della comunicazione pubblicitaria per il singolo cliente 58 .<br />

L’entità della distorsione dipende, inoltre, dalle caratteristiche del target pubblicitario: quanto più i<br />

clienti necessitano di raggiungere un pubblico di consumatori specifico che presuppone una<br />

scelta/pianificazione degli spazi pubblicitari particolarmente selettiva, tanto maggiore è la<br />

distorsione. In questi casi, infatti, il diritto di negoziazione può indurre scelte “preconfezionate” che<br />

non rispondono in maniera puntuale alle esigenze di comunicazione pubblicitaria d’impresa 59 .<br />

Alla luce <strong>delle</strong> considerazioni che precedono, risulta confermata l’esistenza di distorsioni nel<br />

funzionamento del sistema pubblicitario. Il recente sviluppo dei servizi di media auditing, attività<br />

nata appunto per alleviare gli effetti di tali fallimenti di mercato, non appare in grado, di per sé, di<br />

riportare il sistema verso un esito efficiente di mercato. In primo luogo, siffatta attività è limitata ad<br />

un ristretto numero di inserzionisti, che pur se assai rilevanti da un punto di vista del peso relativo<br />

degli investimenti, rappresentano comunque una sparuta minoranza rispetto al totale degli<br />

investitori pubblicitari nazionali. In secondo luogo, anche per un (grande) cliente che si avvale dei<br />

servizi di monitoraggio degli auditor non risulta garantita l’assenza di distorsioni a causa della<br />

sostnziale opacità del sistema derivante, tra l’altro, dalle prevalenti politiche di prezzo e dalla natura<br />

<strong>delle</strong> strutture negoziali tra le parti. In questo scenario, l’auditor può al più fissare standard<br />

“congrui”, rispetto ai benchmark di mercato, per valutare ex post la pianificazione e l’effettuazione<br />

della campagna pubblicitaria, nonché la retrocessione <strong>delle</strong> overcommission dal centro media al<br />

cliente. Tuttavia, come evidenziato dagli stessi operatori, tali standard di congruità non appaiono<br />

assicurare valori di efficienza; rappresentando meramente soglie al di sotto <strong>delle</strong> quali il cliente può<br />

ritenersi non adeguatamente tutelato (ossia fair values piuttosto che efficiency values). Infine,<br />

l’attività di media auditing, pur rappresentando un’utile risposta di mercato agli attuali fallimenti,<br />

non sembra scongiurare fenomeni di distorsioni di sistema, - e quindi del benchmark stesso preso a<br />

confronto dagli auditor nelle loro valutazioni di congruità.<br />

58 “La società afferma che soprattutto durante la parte finale dell’anno (ossia nei mesi che vanno da ottobre a<br />

dicembre) nonché in corrispondenza dei canvas stagionali <strong>delle</strong> concessionarie di pubblicità, si possano notare dei<br />

movimenti di acquisto “particolari”. In definitiva, si può affermare che si possono osservare <strong>delle</strong> distorsioni rispetto<br />

alle quote “naturali” di pianificazione ottima, e che queste possono essere collegate anche al fenomeno <strong>delle</strong><br />

overcommission e, quindi, a determinate contingenze (periodi dell’anno, …), oltre che all’effettiva capacità di<br />

pianificare correttamente da parte dell'agenzia o dell’azienda cliente”. Cfr. verbale di audizione della società A+, cit.,<br />

pp. 5 e ss.<br />

59 “Un fattore che può amplificare o ridurre l’effetto distorsivo dell’overcommission è la copertura in termini di target<br />

pubblicitario o audience che il cliente intende raggiungere. Se il cliente deve accrescere la copertura ha bisogno di<br />

scelte selettive che calibrano con attenzione il media mix, al contrario il diritto di negoziazione può portare a imporre<br />

scelte preconfezionate che non sono in sintonia con l’obiettivo di marketing contingente del cliente.” Cfr. verbale di<br />

audizione della società A+, cit., p. 4.<br />

Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 42

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