indagine conoscitiva - Corriere delle comunicazioni
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2.3.3 L’analisi dell’assetto concorrenziale<br />
In linea con quanto operato dalle Autorità nazionali e internazionali di concorrenza 89 , nonché dalle<br />
indagini di mercato svolte dai maggiori centri di ricerca 90 , l’analisi concorrenziale del mercato<br />
dell’intermediazione pubblicitaria deve essere svolta partendo dai volumi amministrati dai centri<br />
media, ossia dall’ammontare degli investimenti pubblicitari degli inserzionisti che vengono gestiti da<br />
tali operatori. Ciò in quanto, come rappresentato nei paragrafi precedenti (v. in particolare § 2.2.1),<br />
contrariamente ad altri mercati il fatturato non rappresenta in questo ambito un indicatore della forza<br />
di mercato di un centro media. Infatti, gli investimenti gestiti dalle agenzie possono, o meno, essere<br />
fatturati dalle medesime, a seconda dello specifico accordo contrattuale previsto con un cliente<br />
inserzionista (cfr. § 2.2.1 mandato con o senza rappresentanza). Il fatturato tende quindi a sottorappresentare<br />
il peso <strong>delle</strong> agenzie ed a distorcere l’analisi concorrenziale in base alle varie<br />
pattuizioni contrattuali. Per questo motivo, in letteratura viene, come detto, considerato<br />
l’amministrato (cd. billing) come indicatore del potere di mercato dei centri media.<br />
In Italia, nel 2009, i centri media hanno amministrato oltre 5 miliardi di euro di investimenti<br />
pubblicitari sui vari mezzi (5,1 miliardi di euro), con un decremento di circa il 12,2% rispetto<br />
all’anno precedente, per lo più dovuto al forte calo <strong>delle</strong> spese pubblicitarie nell’anno preso in esame.<br />
Nel 2010 il volume di investimenti pubblicitari gestiti dai centri media è cresciuto (12,7%)<br />
attestandosi, pertanto, a livelli equivalenti a quelli registrati nel 2008 (circa 5,7 miliardi di euro).<br />
Tale valore si distribuisce in modo assai diseguale tra i vari attori. Come si evince dalla Tabella 2.2, il<br />
mercato nazionale dell’intermediazione pubblicitaria è dominato dalla presenza di un operatore, il<br />
gruppo WPP, che, da solo, controlla oltre il 40%. Il secondo operatore, Aegis, si colloca con una<br />
quota di mercato inferiore al 20% così come Publicis ed Omnicon, sicché la differenza tra il primo ed<br />
il secondo operatore è superiore ai 20 punti percentuali. Vi sono poi una serie di operatori nazionali<br />
(Armando Testa in particolare) ed internazionali (Interpublic ed Havas), con quote decisamente<br />
inferiori.<br />
Tabella 2.2 - Quote del mercato nazionale dell’intermediazione pubblicitaria<br />
Centri media<br />
Allegato A alla Delibera n. 551/12/CONS 60<br />
Amministrato su tutti i mezzi (%)<br />
2009 2010<br />
WPP [40-60]% [40-60]%<br />
Aegis [0-20]% [0-20]%<br />
Publicis [0-20]% [0-20]%<br />
Omnicom [0-20]% [0-20]%<br />
Armando Testa [0-20]% [0-20]%<br />
Interpublic [0-20]% [0-20]%<br />
Havas Media [0-20]% [0-20]%<br />
Altri operatori [0-20]% [0-20]%<br />
Indice di concentrazione HHI 2.658 2.585<br />
Fonte: elaborazioni Agcom su dati aziendali<br />
89<br />
Cfr. Agcm, IC 23, Indagine <strong>conoscitiva</strong> sul settore televisivo: la raccolta pubblicitaria, cit.; per i precedenti comunitari<br />
si rimanda ai casi citati al § 2.3.1.<br />
90<br />
In tal senso, si rimanda all’<strong>indagine</strong> mondiale annualmente svolta della società Recma.