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archeometria 2002.pdf - pagina di avviso

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anteriore al 1537 e pertanto la data segnata accanto alla figura <strong>di</strong> Lutero, non può in<strong>di</strong>care l’anno <strong>di</strong><br />

fattura del <strong>di</strong>pinto. In sostanza il ritratto è una copia, in cui l’Autore ha riprodotto puntualmente, perfino<br />

la data <strong>di</strong> un precedente ritratto, come se fosse una fotografia.<br />

Un caso opposto è nello stesso Museo è sempre descritto da Klein per «Un Guerriero» <strong>di</strong> Rembrandt,<br />

datato 1638, ma le cui tavole <strong>di</strong> quercia si fermano al 1612. In effetti la ra<strong>di</strong>ografia ha rivelato che il<br />

<strong>di</strong>pinto è steso su tavole riutilizzate, che in origine portavano una figura femminile.<br />

Bisogna anche far osservare che la Dendrocronologia può offrire soltanto il terminus post quem (o il<br />

terminus a quo), non può cioè in<strong>di</strong>care esattamente l’anno <strong>di</strong> nascita del manufatto. Infatti l’artigiano o<br />

l’artista può avere riutilizzato legnami tagliati tempo prima, com’è nel caso <strong>di</strong> Rembrandt, o può aver<br />

lasciato per anni il pezzo in stagionatura oppure nella lavorazione può aver tolto una quota <strong>di</strong> legno più<br />

esterna eliminando un certo numero <strong>di</strong> anelli annuali periferici. Ad esempio Stra<strong>di</strong>vari ha utilizzato tavole<br />

dello stesso tronco per due violini sicuramente datati uno al 1721 e l’altro al 1730: è chiaro che per il<br />

secondo la determinazione dendrocronologica da un’età più antica <strong>di</strong> quella reale. Un altro caso è<br />

segnalato da Klein per un violoncello Bisiach del 1892, I cui anelli si fermano al 1823. Evidentemente il<br />

liutaio ha utilizzato per questo strumento la parte interna <strong>di</strong> un abete rosso, eliminando ben 69 anelli<br />

esterni, anche in questo caso la Dendrocronologia può <strong>di</strong>re solo che il violoncello è nato dopo il 1823, ma<br />

non quanti anni dopo.<br />

Attraverso l’indagine dendrocronologica integrata da nozioni proprie della Dendrometria si può arrivare<br />

anche a ricostruire entro certi limiti l’estesa temporale e spaziale <strong>di</strong> parti mancanti <strong>di</strong> un reperto. È il caso<br />

tipico <strong>di</strong> manufatti costituiti da legni <strong>di</strong>fferenziati, nei quali in altre parole vi è una <strong>di</strong>stinzione fra<br />

durame (parte interna del tronco, più scura, pesante, generalmente più compatta e durabile) e alburno<br />

(parte esterna, più chiara, leggera, meno durabile).<br />

Nelle opere lignee sottoposte all’usura del tempo, all’attacco <strong>di</strong> funghi e insetti, nell’andare degli anni e<br />

dei secoli I settori alburnosi si degradono o ad<strong>di</strong>rittura scompaiono. Per fissare allora il terminus post<br />

quem occorre calcolare il numero <strong>di</strong> anelli mancanti, ossia occorre aggiungere agli anelli <strong>di</strong> durame<br />

presenti il numero <strong>di</strong> anelli alburnosi che dovevano pur esserci nella pianta in pie<strong>di</strong>.<br />

In proposito si conoscono formule statistiche, dedotte da numerose osservazioni, che legano il numero <strong>di</strong><br />

anelli d’alburno all’età del tronco, al numero <strong>di</strong> anelli duramificati (Formula <strong>di</strong> Hollstein).<br />

Nota l’estensione temporale dell’alburno si può passare all’estensione spaziale tenendo conto del<br />

temperamento e della silhouette della specie, dell’età della pianta, dell’ampiezza degli anelli negli ultimi<br />

<strong>di</strong>eci o venti anni.<br />

Nel 1974 in occasione dei restauri alla Catacomba <strong>di</strong> S. Gennaro ai Camandoli <strong>di</strong> Napoli, attraverso<br />

questi proce<strong>di</strong>menti si sono potuti determinare il reale <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> due traversi <strong>di</strong> castagno del VII<br />

secolo, fortemente degradati, e stabilirne perfino la portata <strong>di</strong> carico <strong>di</strong> rottura.<br />

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