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archeometria 2002.pdf - pagina di avviso

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INTRODUZIONE<br />

Archeometria è il termine sintetico che in<strong>di</strong>ca quelle cose antiche o fenomeni ad esse collegate che<br />

devono essere misurate e quantificate.<br />

La necessità <strong>di</strong> tale trattamento quantitativo è ovvio, se immaginiamo le domande poste dagli storici o/e<br />

dagli archeologi, che devono valutare la vestigia dei materiali del passato.<br />

Credo che ognuno <strong>di</strong> noi davanti ad un reperto archeologico, nel senso più ampio del termine, si sia posto<br />

la domanda: che cos’è?<br />

Nel caso <strong>di</strong> manufatti: com'è stato fatto? È stato prodotto localmente o è giunto nel sito tramite<br />

commercio? Ad<strong>di</strong>rittura, se si <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> un’opera d’arte <strong>di</strong> una cultura ben nota, chi l’ha fatta?<br />

L’Archeometria è certamente più vecchia del suo nome. Il termine “Archeometria” deve essere <strong>di</strong> poco<br />

anteriore al 1958, quando ad Oxford fu battezzata con questo nome una rivista.<br />

Se si deve dare una risposta chiara alla domanda: “Di che cosa si parla in un Corso <strong>di</strong> Archeometria?”<br />

Non è nient’altro che l’applicazione <strong>di</strong> tutte le conoscenze scientifiche, sia qualitative che quantitative,<br />

su dei materiali <strong>di</strong> interesse storico. Ovvero l’Archeometria, secondo una logica reciproca, può anche<br />

essere definita come le Scienze Naturali forniscono dei meto<strong>di</strong> alle Scienze Umanistiche, cioè la<br />

biunivocità tra numero e lettera.<br />

Nelle Scienze Naturali, la Chimica è una <strong>di</strong>sciplina giovane, anche se, come abbiamo affermato che<br />

l’Archeometria è ancora più giovane quin<strong>di</strong> le prime investigazioni scientifiche che furono fatte su<br />

materiali archeologici erano <strong>di</strong> natura squisitamente chimica.<br />

Il primo significante risultato pubblicato nella letteratura scientifica ha dovuto a KLAPROTH M.M. nel<br />

1796. Egli fu un vero pioniere nel campo archeometrico, con un metodo chimico classico determinò la<br />

composizione <strong>di</strong> monete greche e romane e dei vetri.<br />

Altri chimici che si cimentarono con delle analisi su materiali archeologici furono DAVY H. (1815, 1817),<br />

BERZELIUS J.J. (1836) e BERTHELOT M. (1906) ed altri ancora. Uno <strong>di</strong> questi GOBEL C.C.T.F. (1842) fu<br />

il primo a suggerire che i risultati scientifici su materiali archeologici potessero essere utilizzati<br />

nell’ARCHEOLOGIA. Il ponte della cooperazione tra scienziati e umanisti era gettato, nel 1853 apparve il<br />

primo lavoro comune, con un’appen<strong>di</strong>ce che riportava alcuni dati chimici, che descrivevano le analisi <strong>di</strong><br />

alcuni reperti rinvenuti in uno scavo, LAYARD, 1853. Potevano<br />

Con questa pubblicazione si <strong>di</strong>mostrò che gli archeologi illuminati potevano e possono trarre molte<br />

informazioni su delle indagini scientifiche.<br />

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