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archeometria 2002.pdf - pagina di avviso

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Il primo che <strong>di</strong>mostrò che le Scienze Naturali erano correlate con l’Archeologia per stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> provenienza<br />

fu WOCEL J.E. (1853, 1859) e <strong>di</strong>mostrò anche che gli oggetti metallici potevano essere datati attraverso<br />

la loro composizione quantitativa.<br />

Gli scavi archeologici alla fine del 800 iniziarono ad essere condotti in un modo sistematico, quin<strong>di</strong> le<br />

indagini scientifiche erano molto richieste. Accanto ai lavori archeologici, appen<strong>di</strong>ce, cominciarono ad<br />

essere riportati i risultati delle indagini scientifiche e ad<strong>di</strong>rittura le indagini scientifiche erano<br />

pubblicate da sole sulle riviste archeologiche (SCHLIEMANN, 1878).<br />

I meto<strong>di</strong> fisici fecero il loro ingresso nel campo archeologico quando nel 1896 RÖNTGEN W. scopri e<br />

utilizzo i RAGGI X per stu<strong>di</strong>are i pigmenti <strong>di</strong> Piombo nei <strong>di</strong>pinti. Il grande scienziato tedesco capì che i<br />

raggi X potevano essere impiagati per scoprire i falsi, in quanto tra i campioni <strong>di</strong> pigmento che aveva<br />

analizzato vi era un <strong>di</strong>pinto del DÜRER.<br />

Nello stesso anno lo scienziato italiano FALGHERAINER misurò i momenti magnetici in alcuni campioni <strong>di</strong><br />

ceramiche provenienti da ceramiche etrusche. Solo pochi anni più tar<strong>di</strong>, 1907, Stonehenge fu fotografata<br />

me<strong>di</strong>ate l’uso <strong>di</strong> una macchina fotografica posta su un aeroplano a fini <strong>di</strong> documentazione, forse anche <strong>di</strong><br />

prospezione. Durante la I Guerra Mon<strong>di</strong>ale un pilota <strong>di</strong> aeroplani russo affermò <strong>di</strong> aver visto l’Arca <strong>di</strong> Noé<br />

sulle pen<strong>di</strong>ci del Monte Arat, al confine tra la Turchia e la Persia (Iran).<br />

La prospezione archeologica faceva uso delle tracce nelle coltivazioni, dello scioglimento delle brine e<br />

<strong>di</strong> altri fenomeni naturali, fu costantemente sviluppata trai due gran<strong>di</strong> conflitti mon<strong>di</strong>ali.<br />

La II Guerra Mon<strong>di</strong>ale portò dei notevoli miglioramenti nei mezzi della ricognizione aerea, che ora sono<br />

impiegati nel campo dell’archeologico. Lo stesso vale per il periodo della “Guerra Fredda” tra gli Stati<br />

Uniti d’America e l'ex - Unione Sovietica, quando tra gli anni Sessanta e Settanta <strong>di</strong>vennero <strong>di</strong>sponibili<br />

pellicole e rivelatori all’infrarosso. L’ultimo passo importante è stato il trattamento delle immagini<br />

all’elaboratore elettronico, pionieristicamente applicato all’archeologia sin dal 1976 da SCOLLAR. Oltre<br />

ad ottenere una sostanziale riduzione del tempo per la valutazione, possono essere eliminati i <strong>di</strong>sturbi<br />

dovuti ai movimenti dell'aeroplano causate da turbolenze, l’immagine “obliqua” è rettificata, e può essere<br />

utilizzata come mappa topografica ed inoltre il contrasto può essere aumentato con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong>gitali.<br />

A terra i rivelatori <strong>di</strong> mine della II Guerra Mon<strong>di</strong>ale furono <strong>di</strong> scarsa utilità. La prima ricognizione per<br />

mezzo della resistività fu condotta nell'Oxfordshire da ATKINSON nel 1946.<br />

LE BORGNE lavorava sul magnetismo del suolo alla metà degli anni Cinquanta e più tar<strong>di</strong> nel 1958.<br />

AITKEN intraprese la prima prospezione con un magnetometro a protoni. Il radar per l’analisi del suolo fu<br />

introdotto nei primi anni Settanta.<br />

La prospezione sottomarina, quando fa uso delle tecniche <strong>di</strong> terraferma rimane <strong>di</strong>stanziata per le<br />

necessarie mo<strong>di</strong>fiche dell’equipaggiamento. I meto<strong>di</strong> acustici specifici con penetrazione del fondo marino<br />

furono applicati alla fine degli anni Settanta, sebbene le tecniche sonar convenzionali con riflesso<br />

all’interfaccia tra l’acqua e l’oggetto avessero occasionalmente portato risultati già in precedenza.<br />

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