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archeometria 2002.pdf - pagina di avviso

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Decontaminazione dei campioni: Sono operazioni destinate ad eliminare le inevitabili contaminazioni<br />

naturali. Se un reperto è compenetrato da ra<strong>di</strong>ci o da altri resti <strong>di</strong> vegetali o animali estranei, visibili a<br />

occhio nudo o al microscopio, essi devono essere separati a mano il più accuratamente possibile a meno<br />

che le loro <strong>di</strong>mensioni estremamente ridotte non ne impe<strong>di</strong>scono l’eliminazione: in questo caso<br />

l’utilizzazione del campione <strong>di</strong>venta problematico.<br />

Ma le contaminazioni più propriamente chimiche sono dovute alle acque circolanti nei giacimenti che<br />

compenetrano i materiali <strong>di</strong> carbonati e/o <strong>di</strong> sostanze umiche.<br />

Una decontaminazione efficace consiste in un trattamento con acido cloridrico <strong>di</strong> opportuna<br />

concentrazione che elimina i carbonati, mentre un eventuale, trattamento alcalino <strong>di</strong> norma con idrossido<br />

<strong>di</strong> so<strong>di</strong>o, rimuove le sostanze umiche, gli aci<strong>di</strong> umici in particolare.<br />

Tale pretrattamento, con le varianti che è necessario introdurre per alcuni tipi <strong>di</strong> materiali, ad esempio<br />

carboni umici, collageno da ossa, ecc., è ormai standar<strong>di</strong>zzato presso tutti i laboratori e una sua accurata<br />

esecuzione è fondamentale per una corretta misura <strong>di</strong> età.<br />

Trattamento chimico dei campioni: Le operazioni chimiche, necessarie per ottenere il carbonio sotto<br />

forma del composto al grado <strong>di</strong> purezza chimica e ra<strong>di</strong>ochimica richiesto dalle <strong>di</strong>verse tecniche <strong>di</strong><br />

datazione, sono relativamente complesse e ormai per lo più standar<strong>di</strong>zzate nei vari laboratori.<br />

Operazione iniziale, comune ai vari processi è la preparazione <strong>di</strong> anidride carbonica: se si tratta <strong>di</strong><br />

materiali organici, me<strong>di</strong>ante combustione del campione decontaminato in corrente <strong>di</strong> ossigeno, o me<strong>di</strong>ante<br />

trattamento acido, se si tratta <strong>di</strong> carbonati.<br />

In seguito, se la misura <strong>di</strong> attività si esegue con contatori proporzionali a CO 2 , questo gas è sottoposto ad<br />

una accurata purificazione, essendo in<strong>di</strong>spensabile minimizzare le cosiddette impurezze elettronegative,<br />

quali acqua, idrossili, ossigeno, composti dello zolfo, degli alogeni e degli ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto che nel<br />

contatore produrrebbero un’apparente <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> attività. É inoltre necessario eliminare il 222 Rn<br />

(Radon), un gas nobile, ra<strong>di</strong>oattivo con un breve periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzamento (3.8 giorni) la cui presenza<br />

anche in tracce causerebbe un apparente aumento della ra<strong>di</strong>oattività.<br />

A questo scopo nel nostro laboratorio la CO 2, proveniente dalla combustione o trattamento con acido del<br />

campione, viene fatta circolare per eliminazione delle impurezze elettronegative, attraverso un circuito <strong>di</strong><br />

purificazione <strong>di</strong>viso in tre settori <strong>di</strong> cui il secondo e il terzo sono connessi fra <strong>di</strong> loro, alla sezione <strong>di</strong><br />

immagazzinaggio ed infine ai contatori, essendo la zona finale <strong>di</strong> questo sistema è tenuta costantemente<br />

sotto vuoto. Il radon viene eliminato per deca<strong>di</strong>mento immagazzinando la CO 2 per la durata <strong>di</strong> un mese.<br />

Se <strong>di</strong>spone dei contatori a scintillazione, si trasforma l’anidride carbonica opportunamente purificata in<br />

benzene, facendola reagire con Litio metallico fuso scaldato sino a circa 700 °C sottovuoto, si forma così<br />

il carburo <strong>di</strong> Litio (Li 2C 2) che successivamente per idrolisi sviluppa acetilene (C 2H 2). Questo gas, in<br />

opportune con<strong>di</strong>zioni e in presenza <strong>di</strong> un catalizzatore, trimerizza dando benzene (C 6H 6).<br />

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