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archeometria 2002.pdf - pagina di avviso

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quelle dell'ossi<strong>di</strong>ana egea. D'altra parte si tratta <strong>di</strong> un modesto numero <strong>di</strong> campioni localizzati in<br />

un'area (il versante occidentale dell'Italia centro-settentrionale) in cui la presenza <strong>di</strong> Melos sembra<br />

molto improbabile: è più plausibile che si tratti <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Palmarola, considerando anche la<br />

variabilità nel contenuto <strong>di</strong> uranio <strong>di</strong> questa ossi<strong>di</strong>ana. Esiste un solo rinvenimento documentato <strong>di</strong> una<br />

ossi<strong>di</strong>ana straniera in Italia: si tratta <strong>di</strong> un manufatto carpatico riconosciuto presso Trieste (Grotta<br />

della Tartaruga, identificazione con l'analisi chimica degli elementi in traccia).<br />

2. Le aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione sembrano obbe<strong>di</strong>re a criteri <strong>di</strong> carattere geografico. L'ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Lipari è<br />

<strong>di</strong>ffusa abbondantemente nell'Italia meri<strong>di</strong>onale; il Lazio e la Campania sembrano regioni invece<br />

dominate dall'ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Palmarola, mentre in Toscana e in Liguria questa si sovrappone all'ossi<strong>di</strong>ana<br />

del Monte Arci, che è abbondantemente <strong>di</strong>ffusa nell'Italia settentrionale. Sono, tuttavia, molto<br />

frequenti interferenze e sovrapposizioni, anche in una stessa posizione stratigrafica ben determinata.<br />

L'ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Lipari, per esempio, è stata riconosciuta frequentemente in tutta la penisola; l'ossi<strong>di</strong>ana<br />

<strong>di</strong> Palmarola è stata rinvenuta, raramente, anche nella costa adriatica della Puglia e nel versante<br />

ionico, in sovrapposizione all'abbondantissima ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Lipari. Una menzione speciale merita la<br />

Toscana, dove le ossi<strong>di</strong>ane si sovrappongono con grande frequenza. L'ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Pantelleria ha<br />

un’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione limitata alle isole vicine (Lampedusa, Malta); secondo alcuni autori avrebbe<br />

raggiunto la Sicilia meri<strong>di</strong>onale, ma non risulta presente nell'Italia peninsulare.<br />

3. Le tre fonti principali italiane hanno sicuramente varcato i confini della penisola (hanno, per<br />

esempio, raggiunto la Francia meri<strong>di</strong>onale).<br />

4. La costruzione della cronologia della <strong>di</strong>ffusione delle ossi<strong>di</strong>ane italiane risulta più complessa,<br />

perché i dati <strong>di</strong>sponibili non sono sufficienti per rispondere alla domanda se la <strong>di</strong>versificazione delle<br />

fonti in una stessa area obbe<strong>di</strong>sca a criteri <strong>di</strong> carattere temporale. É però, possibile delineare un<br />

quadro <strong>di</strong> massima nel modo seguente: l’uso dell’ossi<strong>di</strong>ana del Monte Arci, <strong>di</strong> Pamarola e <strong>di</strong> Lipari è<br />

documentato fino dalle fasi iniziali del neolitico; questa afferrnazione costituisce una novità per<br />

l'ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Lipari, che è stata identificata in inse<strong>di</strong>amenti molto più antichi delle testimonianze più<br />

primitive scoperte nell'isola. Nella figura che fotografa la situazione all'inizio del neolitico, Lipari è<br />

già testimoniata nell'Italia centro settentrionale, in sovrapposizione con Palmarola e con il Monte Arci,<br />

che raggiunge la costa della Toscana settentrionale e della Liguria. Più interessanti, però, i<br />

rinvenimenti in Puglia, che si riferiscono a tre inse<strong>di</strong>amenti del neolitico arcaico (a ceramica impressa)<br />

dell’Italia meri<strong>di</strong>onale più antichi <strong>di</strong> quelli dell'Italia centro-settentrionale <strong>di</strong> circa 1000 anni; infatti,<br />

la sbarra verticale che attraversa l'Italia in<strong>di</strong>ca in figura lo sfasamento temporale tra le fasi iniziali<br />

del neolitico al nord e al sud. Allo stesso momento in cui le varie fonti sono testimoniate nei rari<br />

inse<strong>di</strong>amenti del neolitico arcaico nel centro-nord in<strong>di</strong>cati in figura, l’ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Lipari è già<br />

largamente <strong>di</strong>ffusa al sud. La figura illustra invece le aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle varie fonti in un<br />

neolitico già affermato: I'ossi<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> Lipari, largamente dominante al sud, è documentata in tutta la<br />

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