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archeometria 2002.pdf - pagina di avviso

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Dopo l’esposizione dei concetti generali della dedrocronologia vorrei illustrare alcune applicazioni, con<br />

particolare attenzione alle ricerche italiane.<br />

Architettura<br />

Nello stu<strong>di</strong>o dei monumenti del passato uno dei primi problemi da affrontare è quello <strong>di</strong> stabilire l’epoca<br />

a cui risale la costruzione. Non sempre esistono documentazioni o pareri concor<strong>di</strong> né le valutazioni<br />

stilistiche possono essere sempre <strong>di</strong>rimenti, specie quando vi sono stati restauri o comunque<br />

rimaneggiamenti o quando le opere abbiano subito intensamente l’usura del tempo e degli uomini.<br />

Nel caso <strong>di</strong> costruzioni, nelle quali sia presenti strutture <strong>di</strong> legno, la Dendrocronologia può offrire un<br />

aiuto prezioso, in quanto può definire attraverso i suoi meto<strong>di</strong> l’esatto terminus post quem <strong>di</strong> quelle<br />

strutture e quin<strong>di</strong> dell’opera in generale. Anzi proprio un campo architettonico la Dendrocronologia ha<br />

trovato le sue prime applicazioni con stu<strong>di</strong> condotti dal Douglass e la Scuola sugli inse<strong>di</strong>amenti amerin<strong>di</strong><br />

degli Stati del Sud.<br />

In Europa applicazioni <strong>di</strong> questo tipo si conoscono ormai da alcuni anni con letteratura in Germania,<br />

Olanda, Gran Bretagna, Unione Sovietica.<br />

Per l’Italia ricordo qui la determinazione effettuata nel 1973 su una tavola <strong>di</strong> rovere, estratta in<br />

quell’anno da un collettore del Colosseo, rimasto intasato sin dal IV secolo: il reperto fu sottoposto a<br />

misure <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ocarbonio e contemporaneamente ad indagini dendrocronologiche. Gli esami ra<strong>di</strong>ometrici<br />

stabilirono che la tavola risaliva al periodo tra il 20 e il 130 d.C. La «lettura» dendrocronologica, a sua<br />

volta rilevò ben 61 anni, fra quelli contenuti nella sezione trasversale, erano perfettamente «leggibili» e<br />

pertanto i loro valori furono tradotti in curva. Restavano altri 15 anelli, sulla tavola si vedevano in totale<br />

76 anelli, che non erano correttamente misurabili a causa delle degradazioni subite del legno nel corso<br />

dei secoli. In Italia non esistevano curve né frammenti <strong>di</strong> curve che, per la rovere, arrivassero a quelle<br />

epoche e che pertanto potessero essere utilizzate in sincronizzazioni. Curve <strong>di</strong> quelle epoche esistono in<br />

Germania e, da esperienze precedenti, risultava che le curve <strong>di</strong> rovere della Germania meri<strong>di</strong>onale, ma<br />

anche della Germania nordoccidentale (curva <strong>di</strong> Hollstein) e, in effetti, si trovarono tre punti <strong>di</strong><br />

riferimento (anni chiave). Si trovò anche una buona concordanza nell’andamento delle sequenze uniannuali<br />

e una elevata coincidenza: su 61 anni il 74% degli anelli era perfettamente sovrapponibile. Tale valore,<br />

con un campo teorico <strong>di</strong> possibile datazione <strong>di</strong> 300 anni (Colosseo I secolo - collettore intasato IV scolo)<br />

ha una sicurezza statistica pari al 96.54%. Le serie anulari della tavola si collocano quin<strong>di</strong> sicuramente<br />

fra 15 a.C. e il 46 d.C. Aggiungendo al 46 i 15 anelli che si in<strong>di</strong>viduavano, ma non si , si arriva<br />

al 61 d.C.<br />

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