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archeometria 2002.pdf - pagina di avviso

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Supponendo valido il modello <strong>di</strong> Thomson, Rutherford concluse che le<br />

particelle avrebbero dovuto attraversare il foglio subendo deflessioni<br />

molto piccole dal moto rettilineo (quin<strong>di</strong> variazioni <strong>di</strong> velocità a causa<br />

dell’applicazione <strong>di</strong> una forza deflettente), poichè il valore del campo<br />

elettrico all’interno dell’atomo (all’esterno della sfera non c’è campo<br />

elettrico perché l’atomo è neutro, quin<strong>di</strong> la particella non può subire una<br />

forza deflettente) è sempre molto limitato.<br />

Dalle misura della deflessione delle particelle, Rutherford era convinto che sarebbe stato possibile<br />

eseguire misure precise sulla struttura dell’atomo <strong>di</strong> Thomson.<br />

I risultati <strong>di</strong> quest’esperimento, però, furono sconvolgenti: le particelle vennero deviate più <strong>di</strong> quanto si<br />

aspettasse, ed alcune <strong>di</strong> esse invertirono ad<strong>di</strong>rittura il loro moto. Rutherford commentando questi dati<br />

scrisse: "Fu l’evento più incre<strong>di</strong>bile che mi fosse mai capitato nella vita. Altrettanto incre<strong>di</strong>bile che se vi<br />

fosse capitato <strong>di</strong> sparare un proiettile da quin<strong>di</strong>ci pollici su un pezzo <strong>di</strong> carta velina e questo fosse<br />

tornato in<strong>di</strong>etro a colpirvi." Rutherford cercò quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> capire che cosa avesse potuto dare origine a<br />

risultati <strong>di</strong> questo tipo ed arrivò a concludere che l’atomo è composto da un nucleo carico positivamente, <strong>di</strong><br />

raggio 10 -14 m, intorno al quale sono <strong>di</strong>stribuiti gli elettroni fino ad una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 10 -10 m.<br />

Le ragioni che portarono a queste conclusioni sono le seguenti: se una particella passa attraverso la<br />

materia esternamente alla corteccia degli elettroni, non sente alcun campo elettrico e quin<strong>di</strong> non viene<br />

deviata; se invece entra all’interno della nuvola atomica, incontra un campo tanto più intenso quanto più è<br />

vicina al nucleo e quin<strong>di</strong> tanto più viene deviata. Nel caso <strong>di</strong> urto frontale con un nucleo, il proiettile può<br />

ad<strong>di</strong>rittura invertire il suo moto.<br />

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