cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica
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Dopo le osservazioni compiute dai due periti falegnami, si passò all’esperimento di fatto che<br />
constava nel ripetere le supposte operazioni compiute dagli incriminati, finalizzate a verificare se il testimone<br />
Sansalone poteva vedere chi entrava e ascoltare dalla stanza della riunione, «e se d’avanti la porta, e dal<br />
forame della mascatura, poteva anche veder, e sentirvi discorsi che in essa si faceano» 672 . Il Sansalone venne<br />
allontanato e consegnato momentaneamente alla forza urbana per evitare un eventuale inquinamento di<br />
prove. Poi vennero fatti entrare i 58 individui, custoditi dalla forza pubblica in un altro punto lontano da<br />
eventuali contatti, che impersonavano l’Aracri, i fratelli Del Balzo e gli altri presunti personaggi della<br />
riunione.<br />
Nella prima stanza si posizionarono le “controfigure” di Aracri, Francesco e Giuseppe Del Balzo. Il<br />
Sansalone venne tradotto sul punto preciso dove lavorava. Nel frattempo si dava ordine ai figuranti, come<br />
venivano chiamati, di entrare nella stanza e il testimone indicava per nome e cognome le persone che vedeva<br />
entrare.<br />
Il difensore dell’imputato chiese al Sansalone di «indicare la situazione come Egli si trovava a<br />
travagliare quando ha veduto, e conosciuto, e s’introdussero le persone nella stanza» 673 . Il falegname dichiarò<br />
che il punto dove lavorava era situato «a traverso di rimpetto alla porta della Galleria, per la parte interna, in<br />
modo che nell’atto del travaglio la sua faccia veniva di rimpetto dalla parte d’oriente» 674 . Aggiungeva anche<br />
che nel momento in cui egli guardò dal foro della serratura, riconobbe le persone che s’introducevano nella<br />
stanza in un momento in cui aveva cessato il suo lavoro «direttamente alla porta di entrata li ha veduto<br />
intromettersi uno per uno, di tal che come entrava l’uno servava la porta, e giungendo l’altro picchiava, e si<br />
spariva l’ingresso» 675 .<br />
Si passava alla seconda parte dell’esperimento che prevedeva di ascoltare ciò che fu detto nella<br />
stanza dai figuranti. Il Sansalone, esortato a manifestare come erano predisposti gli imputati nella stanza,<br />
rispose che erano tutti seduti, «quindi si alzavano, passeggiavano, e parlavano alla rinfusa» 676 . Allontanato il<br />
Sansalone vennero istruiti i figuranti nei movimenti da praticare: stare seduti, alzarsi, passeggiare, parlare a<br />
voce alta e a voce regolare, «e nell’atto di passeggiar di tener il seguente discorso, cioè di parlar male di<br />
Mazzini; congiurando contro lo stesso, e combinando una partenza per distruggere i rivoltosi» 677 . I figuranti<br />
procedevano a fare quanto stabilito nella stanza, mentre il testimone veniva condotto davanti alla porta «e<br />
guardando il fondo della mascatura, richiesta opportunamente ha dichiarato che vide nella stanza tutte le<br />
persone che gli vengono di prospetto, le quali si trovano sedute, nel numero di sei in sette (...). Che le<br />
persone nella stanza si alzano, e passeggiano nella stessa» 678 . Gli stessi figuranti confermeranno dopo pochi<br />
minuti l’esattezza dei gesti intravisti dal teste attraverso il buco della serratura.<br />
Chiusa nuovamente la porta, i testimoni cominciavano a parlare. Sansalone dopo aver origliato, secondo<br />
quanto stabiliva il copione, affermava di aver sentito soltanto le parole: «Questa è una minchionata. Questo non si può<br />
fare. Che non intese parlar male di alcuno» 679 . Insomma, il teste non aveva compreso bene quanto i figuranti avevano<br />
teatralmente discusso nella stanza. I figuranti sotto giuramento affermavano, difatti, che non avevano per niente usato le<br />
espressioni riportate dal Sansalone, collocato nel punto dove lavorava nella galleria. Dal difensore del Gallucci veniva<br />
fatto osservare che «siccome l’ingresso del quartino di D. Tommaso Del Balzo, (...) non è stato mai quello indicato dal<br />
testimone, e che per andare alla stanza di detto quartino tanto gl’individui di sua famiglia, tanto quelli che andavano a<br />
trovarli, si servivano del proprio ingresso, cioè della porta, che da’ sulla saletta» 680 , si riservava di chiedere «un<br />
discarico all’oggetto» 681 per il suo assistito. Il verbale veniva anche sottoscritto dai 58 figuranti dei quali solo 14 non<br />
sapevano apporre la propria firma.<br />
1 AS NA, Carte Nunziante, Parte I, f. 6, inc. I, Intorno alla sollevazione..., Bonafede al Nunziante, Geraci 29 ottobre 1847.<br />
2 AS NA, Alta Polizia, f. 20, vol. I, p. 120.<br />
3 Ibidem.<br />
4 Ibidem.<br />
5 A. LEPRE , Storia del Mezzogiorno nel Risorgimento, Roma, Editori Riuniti, 1977 2 , p. 185.<br />
6 B. MUSOLINO, Giuseppe Mazzini e i Rivoluzionari italiani, Introd. di P. Alatri, I, Cosenza, Pellegrini, 1982, p. 7.<br />
7 Ibid., p. 9.<br />
8 Ibid., p. 10.<br />
09 B. MUSOLINO, La Rivoluzione del 1848 nelle Calabrie, Napoli, Gennaro e Morano, 1903, p. 15.<br />
10 B. MUSOLINO, Giuseppe Mazzini... cit., p. 67.<br />
11 Ibid., p. 70.<br />
12 Ibid ., pp. 67, 68.<br />
13 Ibid., p. 68.<br />
14 Ibidem.<br />
15 Ibid., p. 73.<br />
16 Ibid., p. 83. Influenzò molti calabresi tra cui il repubblicano Verduci.<br />
17 Ibid., p. 21.<br />
18 Ibidem.<br />
19 Ibidem.<br />
20 Ibid., p. 80.<br />
21 Ibid., p. 80.