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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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Prendendo in esame la Beneficenza di Gerace nel 1823 53 , esistevano nel Comune un Monte di Pegni,<br />

un Monte Frumentario, un Monte di maritaggi e l’Ospedale di S. Giacomo 54 . Vediamo nei particolari in che<br />

cosa consistessero. Il Monte Frumentario fu stabilito da Girolamo Scaglione e Domenico Del Balzo con la<br />

dote di 700 ducati, «capitale che doveva mettersi a moltiplico in Beneficio del monte istesso» 55 . Per quanto<br />

concerne il Monte di Pegni, il 16 luglio 1811 «si deliberò la vendita degli oggetti, e l’affissione dei manifesti<br />

per la stessa» 56 . Nel Comune di Gerace, dice l’estensore del documento «vi è notizia che esista un monte di<br />

maritaggi di Donzelle Povere del Borghetto. Istituito dall’Ab[at]e Vento» 57 .<br />

Più avanti nel documento, una lettera indirizzata al sindaco di Gerace sottolineava che «effetto di<br />

grande importanza, per l’Amministrazione Civile della Provincia, è al momento quello della Pub[b]lica<br />

Beneficenza. A questo riguardo gli interessi del Patrimonio dei poveri sono stati sempre negletti e spesso<br />

traditi» 58 . Nel Comune esistevano i Benefici che andavano sotto specifiche denominazioni. Uno di essi era<br />

stato incamerato da Francesco Manfré per la qual circostanza era invitato a dimostrare «con quale titolo<br />

possiede il fondo Cannaliti di spettanza del detto monte» 59 di Pegni. Il Sottintendente imponeva, delegato dal<br />

suo superiore di Reggio, un’immediata riunione del Decurionato per ricevere tra l’altro «la risposta ai<br />

seguenti quesiti» 60 : 1. l’identificazione dei titoli «e presso chi vi si conservano. 2. Quale è stato il metodo<br />

d’amministrazione tenuta finora, e quali gli amministratori nel Decennio a partire dall’anno 1798 a tutto<br />

l’anno 1818» 61 .<br />

Dalla lettura del documento emerge una situazione molto confusa. La necessità impellente era<br />

definire «se le proprietà delle così dette Cappelle Laicali hanno avuto alcun destino utile alla Beneficenza<br />

(...) o siano rimaste esclusivamente addette al Clero delle rispettive Comuni» 62 . Nelle incertezze e nei dubbi i<br />

Decurionati erano invitati a rivolgersi presso gli esponenti di governo per avere chiarimenti e sanare la<br />

situazione caotica, ricordando «che la menoma negligenza» 63 comporta una «doppia responsabilità Civile, e<br />

morale, nel tradire le intenzioni del governo. La prima è nel nuocere cioè alle speranze ed ai diritti di<br />

soccorso che sopra la proprietà medesima si hanno gli infelici. La seconda i riscontri, che mi attendo mi<br />

metteranno nel caso di far rilevare la religione di quegli amministratori» 64 che sapranno adempiere al loro dovere.<br />

Un’altra verifica viene ad essere impostata da parte del sottintendente di Gerace nei confronti del<br />

Monte frumentario istituito da Girolamo Scaglione e Domenico Del Balzo di cui sopra. Riguardo a questo<br />

Monte, il sottintendente, nell’esprimere il desiderio di voler conoscerne l’amministratore, rilevava «che i<br />

Suoi Capitali sono stati invertiti sul conto dell’Amministrazione sindacaria del fu D. Domenico Scaglione<br />

tenuta per l’anno 1809 e 1810» 65 . Il sottintendente affermava di ignorare «con quali disposizioni, e con quali<br />

facoltà. Mi si assicura però che negli atti dei Conti di detto Sindaco vi siano tutti discarichi corrispondenti» 66 .<br />

Poi il 29 ottobre 1819 scriveva al sindaco di Gerace per «far sentire ai membri che componevano la<br />

Commissione di Beneficenza di questo Capoluogo di Distretto, Sig. Parroco Larosa e Soci, di passar subito<br />

in mio potere tutte le Carte che si trovano presso di loro per simile confidenza» 67 riguardo agli interessi dei<br />

Luoghi pii destinati alla pubblica Beneficenza.<br />

6. Il dissesto idrogeologico<br />

Il disboscamento avvenuto durante la dominazione borbonica prima e col Regno piemontese dopo,<br />

determinerà continui dissesti idrogeologici. «E chi ignora l’utilità del legname? Con questo solchiamo i mari<br />

coltiviamo le terre; fabbrichiamo le case, facciamo il mobilio, prepariamo le vivande, manteghiamo il fuoco<br />

per riscaldarci nutriamo il bestiame, ed a che dunque cesinare i boschi? Crescono con ciò i mali, perché<br />

trascinato il terreno dalle piogge, non ritenuto dalle radici e dalle foglie degli alberi, avvia incontra ne’ piani<br />

sottoposti; copre le terre coltivate, distrugge case, armenti e talvolta pastori» 68 .<br />

Intanto, all’inizio del ‘47, c’era stata un’alluvione che aveva seminato terrore fra la popolazione<br />

affamata e disperata. Il sottintendente Ignazio Romeo il 2 febbraio 1847 forniva all’intendente di Reggio lo<br />

stato sinottico completo dei danni subìti 69 . Quattro erano state le famiglie danneggiate nel Capoluogo a causa<br />

di una frana verificatasi nel rione Selleria che aveva portato via alberi da frutto e lesionate quattro case;<br />

mentre negli altri Comuni:<br />

Canolo 200<br />

Portigliola 14<br />

S. Ilario 73<br />

Antonimina 140<br />

Ciminà 221<br />

Siderno 218<br />

Agnana 97

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