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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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Il Fondo stabilito dalla Provincia destinato ai projetti era quinquennale. Ad un certo punto venne ad<br />

esaurirsi, per cui il Decurionato ancora una volta dovette intervenire con propri fondi 154 . Ma il Comune<br />

talvolta era in grave morosità nei confronti delle nutrici, da come si evince dal verbale del Decurionato del<br />

24 gennaio 1850, nel quale non si trova altro modo per soddisfare il credito delle nutrici, dal 1846 a tutto il<br />

1849 ammontante all’importo totale di 1362 ducati, che imporre un nuovo dazio «insopportabile alla<br />

popolazione, la quale trovasi quasi che oppressa da dazj civici, avendone sulla carne, pasta, pesce, salume,<br />

spiriti, vino, con tariffa niente tenue, e con pesante ruolo di transazione pel dazio sul vino, che non trovasi ad<br />

appaltare» 155 . Ma, nonostante la facile prosopopea e la falsa commiserazione nei confronti del popolo, veniva<br />

approvata con voti 6 contro 4 una tassa ad hoc sul macinato, limitatamente al tempo necessario per incassare<br />

l’enorme somma 156 .<br />

Lo stesso sottintendente Stragazzi, appena posò piede a Gerace, si vide «assordato dai reclami di<br />

tutte le nutrici del Capoluogo non solo: ma di molti altri Comuni di questo Distretto» 157 . Il funzionario si<br />

trovò a dover calmare il disagio delle 70 famiglie indigenti geracesi che reclamavano anche i pagamenti<br />

arretrati degli anni menzionati. Prendendo atto che le nutrici non avevano neanche ricevuto «i pannolini<br />

addetti per i Projetti» 158 , il Sottintendente riunì il Decurionato e le nutrici con i rispettivi projetti per sentire le<br />

ragioni dei loro reclami. Dalla riunione si persuase che il numero degli abbandonati «era sovrabbondante,<br />

causa prima dell’inveterato mal costume, e della poco vigilanza degli Amministratori locali, a’ quale<br />

incombe obbligo d’indagare le Madri a cui tali projetti appartengono per non caricare il fondo medesimo, e<br />

con la poco previg[g]enza autorizzare la dissolutezza con vedersi dalle proprie Madri allevati a spese della<br />

carità il frutto della loro debolezza» 159 .<br />

Il Ministero dell’Interno, cui la problematica era fin troppo nota, sollecitò l’Amministrazione locale<br />

di promuovere l’esecuzione dei lavori per la costruzione della strada di S. Jejunio, «per sopperire ai mezzi di<br />

sussistenza, dei quali potrebbe la classe povera mancare nella prossima stagione invernale e che farebbe pure<br />

indispensabile di soddisfare le nutrici dei projetti di quel Comune della mercede loro arretrata affinché eliminare il<br />

malcontento che le medesime muovono nel basso popolo» 160 . Il malcontento era determinato da una<br />

probabile intenzione di ritardare i pagamenti, come viene denunciato dalle stesse nutrici che si rivolgevano<br />

all’intendente di Reggio dicendo «che gli Amministratori del Comune, sotto mendicate scuse, attrassarono le loro (...)<br />

circa 20 mesate (...) e queste non vogliono pagarle» 161 . L’esposto, datato 2 ottobre, era stato redatto da Giuseppe<br />

Sansalone che aveva anticipato le somme alle nutrici. Racconta Sansalone che nel febbraio del ‘48 la finanza<br />

del comune di Gerace risultava «gravemente dissestata, e le Nutrici dei Projetti erano in credito dello<br />

stipendio di molti mesi» 162 . Il sindaco Migliaccio, non disponendo di risorse, premurò il Sansalone di<br />

distribuire del granone alle nutrici che sarebbe stato ripagato non appena il Comune si fosse ripreso. Furono dispensati<br />

79 tomoli di granone al prezzo di 1,70 ducati al tomolo. Al Sansalone successivamente venne pagata la rata 71 ducati,<br />

rimanendo insoluto a suo favore un residuo di ducati 63. L’esponente, ritenendo ingiusto l’atteggiamento<br />

dell’Amministrazione comunale, che di fronte ad «un atto di Umanità, e dopo di avere fatto al Comune un impronto<br />

gratuito, debba risentire danno» 163 , chiede che venga fatta giustizia. Considerato ciò, l’intendente non perde<br />

tempo e ordina di affrettare il pagamento degli arretrati 164 . Ma le disposizioni non furono recepite se il Sottintendente di<br />

Gerace col nuovo anno rivendicava a favore delle nutrici un credito di 849,31 ducati, pari a due anni di<br />

arretrati, dichiarando espressamente che il Decurionato aveva deliberato di non possedere una tale somma. Il<br />

funzionario manifestava «che i reclami di tanta povera gente ogni giorno si avanzano, e bisogna accorrere a<br />

tale bisogno che reca malcontento» 165 .<br />

Ritornando alla strada di S. Jejunio, essa era stata oggetto di un lungo carteggio tra il sottintendente<br />

di Gerace, l’intendente di Reggio ed il governo. A tale proposito, infatti, il sottintendente Benedetto<br />

Stragazzi riferiva che si trovava «il territorio di questo Distretto chiuso in un bacino da una catena di monti inaccessibili e<br />

dal mare, resta senza comunicazione alcuna, senza mezzi di trasporto, e senza commercio, e quindi mancano a questa<br />

popolazione, crescente, i mezzi necessari a’ bisogni della vita» 166 e l’unico mezzo per ottenere uno sblocco della<br />

situazione di ristagno era la costruzione della strada provinciale che attraversasse l’Appennino.<br />

Un segnale fortemente preoccupante per l’incremento del fenomeno dei projetti, ci viene dato nel<br />

1851 in cui, nonostante il Comune avesse elevato i fondi a loro destinati 167 , la distribuzione della somma<br />

risultava insufficiente 168 .<br />

Tante volte, per effetto delle indagini o di altre cause contingenti, i projetti venivano dimessi,<br />

riconsegnati, cioè, alle madri ritrovate o scaricati in quanto terminava il tempo stabilito per l’affidamento<br />

alle nutrici. La tabella 169 proposta riporta l’esposizione dei projetti tra gli anni 1853-54 dell’intero Distretto:<br />

paesi nuovi projetti projetti già esistenti

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