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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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310. Al Ministro di Polizia<br />

Geraci 3 ottobre 1847<br />

(...) Filippo Camera che trovasi ristretto in queste prigioni come seguace della banda dei rivoltosi di Bianco, ha deposto<br />

che il di 15 del mese di Agosto fu spedito da D. Gaetano Ruffo (...) con tre lettere da doversi consegnare la prima a D.<br />

Michele Bello di Siderno, l’altra a D. Vincenzo Ameduri di Gioiosa, la terza a D. Pietro Mazzone in Roccella (...). Il<br />

secondo, D. Vincenzo Ameduri, disse al messo ch’egli non potevasi recare a Bovalino, come si chiedeva, poiché<br />

essendo giorno della festa di S. Rocco, ed avendo persone in sua casa non poteva lasciarli [per cui mandò al suo posto<br />

Vincenzo Palermo di Roccella. Questi avuta la lettera, si recò a Gioiosa da Ameduri] (...) e riunitosi al Mazzone si<br />

trasferì in Bovalino in una cascina di campagna del sig. D. Giuseppe De Maria ove trovavansi D. Giovanni Antonio<br />

Romeo che recossi in questo Distretto per stabilire ciò che dovevano praticare nella prossima rivolta la quale doveva<br />

incominciare da Reggio.<br />

Ho creduto opportuno di avvertire l’E.V. dappoichè D. Vincenzo Ameduri trovasi in Napoli, e tanti più ho dei<br />

sospetti per la ragione che il fratello di lui andò in deputazione dai rivoltosi per invitarli ad entrare in Gioiosa; ed è qui<br />

ristretto in carcere.<br />

CIX 110<br />

350. Al Ministro di Polizia<br />

Roccella 8 ottobre 1847<br />

In continuazione [del 3 ottobre] (...), le soggiungo che, avendo fatto procedere allo arresto di D. Vincenzo Palermo di<br />

Roccella, ed interrogatolo mi ha affermato che in effetti il dì 21 di Agosto ei recossi a Bovalino nella casina del Sig. De<br />

Maria, ma sotto lo specioso pretesto di fare una supplica a D. Giovanni Antonio Romeo per ottenere un impiego nei<br />

Dazi Indiretti.<br />

Fra le carte presegli si è trovato una lettera del suo committente, sig. Ameduri, che egli scriveva in Febbraio del<br />

corrente anno e gli diceva di ossequiargli caramente D. Pietro Mazzone (...) e di domandargli conto di tutto affinché<br />

recandosi esso Palermo la Domenica seguente in Gioiosa avesse potuto sapere come stavano le cose.<br />

Su di questo il sig. Palermo adduce altro pretesto non meno specioso del primo, ed è che tuttavia del Campo Santo<br />

figurato e di 40 secoli di Bidera.<br />

Io stimo opportuno di passarlo a conoscenza della E.V. dappoichè sembra confermato che D. Vincenzo Ameduri aveva<br />

delle intelligenze coi capi della rivolta.<br />

CX111 Sottointendenza<br />

del Distretto di Geraci<br />

Geraci 11 Gennaio 1846<br />

Al Regio Giudice di Siderno<br />

(...)<br />

Cotesto Capo Urbano mi ha rapportato (...) ch’essendosi quella mattina conferito a visitare il Corpo di Guardia, ha<br />

ritrovato che il Mezzobusto di Sua Maestà il Re N.S. (D.G.) era bucato nella Guancia sinistra, ed avendo investigato sull’autore gli<br />

riuscì impossibile scovrirle, ma è certo che lo sfreg(g)io in quel giorno ch’era di guardia da Capo Posto D. Michele<br />

Bello, ma si giudica accidentale.<br />

Io quindi le manifesto tutto ciò ad oggetto di verificare i fatti di sopra esposti, e qualora l’avvenimento fu causato come<br />

mi si è riferito, la incarico obbligare gli autori del fatto, a tutta la squadriglia di guardia del giorno 4 andante a rifare fra<br />

otto giorni a proprie spese quel busto. In caso contrario appuri e riferisca sull’avvenimento con tutta precisione e<br />

scrupolosità.<br />

Il Sottintendente<br />

Romeo<br />

CXI 112<br />

Sottintendenza del Distretto di Geraci<br />

Geraci 25 Settembre 1847<br />

Sig. Generale<br />

I Genitori dei Capi rivoltosi Bello, e Mazzone, m’hanno con immensa premura domandato le carte di passaggio per<br />

Napoli, ed io aderendo alla richiesta ho rilasciato loro quelle carte. In vece però di affrettare la partenza (...) li vedo<br />

freddamente trattenersi ancora qui, e sospettando io che non macchinassero con i Padri degli altri Capi rivoltosi Ruffo, e<br />

Verduci, li quali pure si trattengono in Geraci, di far evadere i rivoltosi tutti, e particolarmente i di loro figli, tentando<br />

mezzo qualunque, ho stimato opportuno di scrivere all’Ispettore di Polizia nei seguenti termini:

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