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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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La vita del popolo migliora quando i raccolti sono abbondanti. Le classi più agiate, dice il Calenda,<br />

non soffrono la crisi, sebbene «scarsi sono i mezzi somministrati dal commercio e dagli affari pubblici» 193 .<br />

Nel 1857 Mazzini da Londra lanciava un ennesimo appello alle armi agli italiani, una sollevazione<br />

che fosse capillare in vari parti dell’Italia. La Basilicata sembrò essere la terra per dare inizio al sollevamento<br />

insurrezionale che avrebbe portate le “masse” a marciare su Napoli. Entra in scena Carlo Pisacane,<br />

repubblicano, uomo audace ex ufficiale dell’ingegneria militare disposto ad affrontare la difficile scalata.<br />

Assieme a Pisacane si unirono i calabresi Battista Falcone e Giovanni Nicotera 194 . Il 24 giugno 1857 salpò<br />

con pochi compagni sul piroscafo “Cagliari” «fingendosi passeggeri per Tunisi, e trasportando le armi in<br />

casse che dicevano piene di mercanzie» 195 . Dirottato il piroscafo, in seguito a varie peripezie affrontate<br />

nell’isola di Ponza, dove requisì armi e radunò circa trecento uomini, s’imbarcò alla volta di Sapri. Gli<br />

insorti procedevano sulla via di Potenza quando subirono la disfatta: il popolo non aveva risposto ai proclami<br />

antiborbonici; né i comitati d’azione erano stati avvertiti per tempo dell’impresa che il Pisacane assieme ai<br />

suoi compagni stava compiendo. Quasi ai confini tra Basilicata e Salernitano furono accerchiati da un<br />

migliaio tra soldati e gendarmi. Dal conflitto rimasero superstiti un centinaio fra cui il Pisacane che però non<br />

ebbe scampo assieme a Falcone ed a 25 seguaci, uccisi dallo stesso popolo che avevano tentato di far<br />

insorgere. L’argomento, messo a conoscenza dal Giornale Ufficiale, era stato certamente discusso dagli<br />

abitanti del Distretto di Gerace. Nel suo solito rapporto mensile 196 , infatti, il Calenda segnalava lo stato di<br />

grazia delle popolazioni per lo scampato pericolo proveniente da Sapri. I sentimenti della gente, dice il<br />

funzionario, erano univocamente a favore del “valore” dimostrato dalle Reali Truppe. Risultavano<br />

certamente conosciute, nel Distretto geracese, come emerge dalle note del Sottintendente, le convinzioni<br />

portate avanti dal Pisacane che aveva una concezione della <strong>società</strong> egualitaria e libertaria. «Anche la<br />

Rivoluzione francese, secondo Pisacane sostituì alla tirannide aristocratica una tirannide nuova, quella della<br />

borghesia. Solo il socialismo (...) ridurrà l’immensa e putrida macchina governativa alla sua più semplice<br />

espressione e segnerà la fine di ogni oppressione» 197 .<br />

Il Calenda manifestava tutti i sentimenti espressi dalla gente, per cui non mancavano i personaggi<br />

garanti della prosecuzione della causa italiana. A Siderno alcune persone furono arrestate perché facevano<br />

circolare voci sediziose circa un presunto sbarco di francesi a Pizzo e per il quale era aumentato il prezzo<br />

della seta. Ma la notizia era stata data senza «veruna malizia» 198 . Il ricordo francese dello sbarco di Murat a<br />

Pizzo rimaneva, dunque, ancora vivo. I borbonici, però, sapevano bene che l’episodio di Siderno non era minaccioso<br />

perché gli attendibili venivano sottoposti a stretta vigilanza per non provocare disordini. E forse<br />

l’attenta politica preventiva e liberistica del Calenda, con il suo rapporto a favore dei tre sidernesi imputati,<br />

avrà contribuito a buttare acqua sul fuoco per un episodio che magari 10 anni prima avrebbe significato la<br />

morte o quantomeno una condanna penale.<br />

Il malcostume continuava ad essere manifesto a causa del bisogno e dei cattivi esempi, anche se la<br />

religione, asseriva il Calenda, «si osserva in tutta la purità del suo culto» 199 . Era certamente una situazione<br />

contraddittoria: da un lato l’osservazione icastica della fede, dall’altra le generalizzate seduzioni dovute alla<br />

fame. La <strong>società</strong> divisa ancora in un rigido classismo dava queste due componenti: da una parte una pseudo<br />

nobiltà con il suo falso perbenismo che non dava adito a scandali se non attraverso i propri rampolli;<br />

dall’altro un popolo carico degli atavici problemi di sopravvivenza.<br />

La mancanza delle strade evidenziata prima, comportava anche «una lieve differenza dei prezzi» 200<br />

tra paesi vicini, per l’evidente diversa difficoltà di raggiungere le varie località. Ancora una testimonianza<br />

particolare è rivolta all’importanza commerciale che rivestiva allora come oggi Siderno, nella cui Marina vi<br />

era lo sbarco ed il commercio del grano proveniente dalla Puglia. Alle vigne, per combattere la crittogama<br />

viene praticata la solforazione ma con scarsi risultati.<br />

Per garantire la tranquillità pubblica, il Sottintendente disponeva quotidiane perlustrazioni sia sui<br />

monti che lungo il litorale, avvalendosi della locale tenenza di gendarmeria 201 . «Parecchi scandali [vengono]<br />

tolti di mezzo» 202 grazie alla polizia che commina anche la prigionia per i “contravventori” e al vescovo,<br />

attraverso il quale alcuni «concubinati sonosi mutati in nodi coniugali» 203 . Buona su tutta la linea nel 1857 la<br />

raccolta dei prodotti agricoli, tra cui frutta abbondante e olio «che è articolo principalissimo di esportazione<br />

di questo Distretto» 204 . L’olio, questo elemento così vitale per l’<strong>economia</strong> locale, veniva esportato verso altri<br />

centri assieme alle uve 205 . Il vino era ottimo, ma bastava soltanto al fabbisogno delle popolazioni locali.<br />

La miseria, per la maggior parte della gente, non garantiva l’accesso all’istruzione elementare. Pochi<br />

i seminaristi e chi riusciva a leggere e scrivere, tant’è che era diventato difficile scegliere gli impiegati municipali<br />

206 . Il Calenda continuava in diversi rapporti ad esporre al direttore di Polizia di Napoli la mancanza di<br />

moneta di rame. La situazione non era delle più favorevoli; molta gente si lamentava con il funzionario di

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