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Altri quattro gregari, afferma il funzionario, rimanevano latitanti.
Questi i complici considerati di secondo grado listati dalla giustizia reggina nel dicembre 1847 «per i
quali si dispone l’abilitazione» 326 col domicilio forzoso in altro comune diverso da quello di residenza:
1. Michele Marrapodi di Bovalino che sceglie il Comune di Benestare
2. Alessandro Maresca di Siderno “ Agnana
3. Nicola Alicastro di Roccella “ Siderno
4. Giovambattista Belcastro di Roccella “ Gioiosa
5. Domenico Badolato “ Gioiosa
6. Francesco Paolo Carrozza “ Castelvetere
7. Pasquale Certomà “ Stignano
8. Giuseppe Gianflona Co mune di Gioiosa
9. Domenico Riggio “ Riace
10. Antonio Armocida “ Castelvetere
11. Vincenzo Femia “ Castelvetere
12. Francesco Ielasi sacerdote di Bianco “ Casignana
13. Carmine Rossi usciere di Oppido “ S. Luca
14. Domenico Manglaviti usciere di Staiti “ Bruzzano
15. Antonio Caracciolo di Staiti “ Palizzi
16. Francesco Ferraro di Roccella “ Martone
17. Felice Caristo di Roccella “ Riace
18. Nicola Alì di Roccella “ Stignano
19. Francesco Toscano di Roccella “ Riace
20. Francesco Certomà “ Castelvetere
21. Gabriele Toscano “ Riace
22. Macellino Nicola “ Gioiosa
23. Tommaso Belcastro “ Riace
24. Giovanni Paone Guardia Regia in Roccella “ Castelvetere
25. Giovanni Giambrello di Napoli “ Gioiosa
26. Lorenzo De Luca di Cosenza “ Gioiosa
27. Ferdinando Naso di Roccella “ Camini
28. Francesco Spanò impiegatodi Dogana in Roccella “ Gioiosa
29. Giuseppe Scali alias Trapano di Roccella “ Siderno
30. Giuseppe Leocani di Staiti “ Brancaleone
31. Luigi Ameduri di Gioiosa “ Geraci
32. Vincenzo Verduci di Caraffa “ Casignana
33. Giuseppe Forcelli di Siderno 327 “
34. Lorenzo Cordì di Siderno “ Roccella
35. Matteo Caracciolo di Staiti “ Bruzzano
36. Filippo Calfapietra di Bovalino “ Benestare
37. Raffaele Varano di Roccella “ Siderno
38. Benedetto Alfano Guardia Regia di Palermo “ Bovalino
39. Vincenzo Palermo di Roccella “ Castelvetere
40. Vincenzo Macrì di Caraffa “ Ferruzzano
Dopo questi provvedimenti che portavano in libertà i complici di secondo grado, il De Nava,
dichiarava di “soffrire” per la detenzione di «tant’individui, i quali non han potuto certamente andar noverati
che nella categoria della massa, mentre si dava libertà a quelli indicati complici di secondo grado» 328 .
Evidentemente non a causa dell’esternazione fatta dal consigliere d’intendenza De Nava, ma per
provvedimenti presi in alte sfere, la risoluzione di liberare la cosiddetta “massa” rivoluzionaria veniva
concretizzata il 3 dicembre successivo. In una comunicazione il Sottintendente ff. affermerà, infatti, che (...)
in conseguenza di note rimesse al Giudice Istruttore dal Sig. Procuratore Generale del Re sono stati posti in
libertà novantasette detenuti della categoria della massa» 329 . Nel quadro specifico dei rivoluzionari del ‘47
ritenuti pericolosi, per il Distretto di Gerace era annoverato anche il ventottenne falegname Giovanni
Sansalone, il quale dopo essere stato in Lombardia dall’aprile 1848 al maggio 1849, in seguito fu destinato a
confino forzoso perché di «sentimenti avversi alla sicurezza interna dello Stato» 330 .
Gli imputati politici a domicilio coatto, affermava in un suo rapporto il Sottintendente Gioacchino
Sabatelli il 14 gennaio 1848, venivano strettamente sorvegliati 331 , e lo dimostra l’informazione trasmessa il