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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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Cassa che pagar devono gli ex Contabili Sig. Loschiavo, e D. Pasquale Capogreco» 176 . L’Organo<br />

deliberativo, a maggioranza di voti di undici contro uno 177 , rilevava che gli avanzi di cassa erano stati<br />

destinati al completamento della strada di collegamento alla marina denominata “Barbàra”, per cui veniva<br />

rigettata la proposta del Pellicano Spina.<br />

In maniera più dettagliata, il Decurionato un mese dopo esponeva che la somma equivalente a 552,14<br />

ducati, dovuta dall’ex contabile Capogreco, era necessaria per il completamento della strada menzionata, la<br />

quale «non solamente costituisce l’ornamento, e la bellezza di questo Comune, dappoiché mette in<br />

comunicazione la Città colla Marina, ove vi esiste una Dogana, e vi è un animato commercio, e viene abitata<br />

a meglio che mille persone, ma ancora essa è quasi battuta, e percorsa giornalmente dall’intera popolazione,<br />

sia da quella della Marina, che da quella della Città, mentre per essa strada la gente si dirige per le campagne<br />

a coltivare i campi. Considerando anche che questa strada intersecando il Dromo, essa serve di<br />

comunicazione a’ Comuni della parte Settentrionale, e Meridionale del Distretto, onde accedere a Gerace<br />

Comune Capoluogo della stessa» 178 . Il Decurionato continuò ad esprimere le proprie ragioni, affermando che<br />

il Comune da diversi anni aveva erogato ingenti somme per tracciare la strada. Non impiegare ulteriori<br />

somme avrebbe significato perdere tutto il lavoro fin lì compiuto. L’opera, affermavano ancora gli<br />

amministratori, doveva essere terminata nel giro di due anni. Per quanto riguardava i trovatelli, il<br />

Decurionato non mette in dubbio che era necessario provvedere a saldare il debito con le nutrici 179 , ma<br />

chiedeva una dilazione e il tempo utile per trovare i mezzi atti a soddisfarli. La somma dovuta dal Capogreco<br />

non doveva essere toccata in quanto, asseriscono, era già stato conferito l’appalto e una diversa disposizione<br />

avrebbe significato «un male gravissimo per Gerace non solo, ma ancora come si disse per tutto l’intiero<br />

Distretto» 180 .<br />

In questo periodo era presente il suonatore cieco Domenico Ceccarelli, proveniente da Roma, un<br />

violinista che dava «Accademie di canto e suono nel Distretto» 181 . Da notare che il Calenda evitava di<br />

chiamare il Re “padrone” come era abitudine dei precedenti sottintendenti ma «Ottimo Sovrano Ferdinando<br />

Secondo» 182 . Un modo fra le righe per prendere le distanze.<br />

Tra le altre cose, erano anche seriamente arretrate le infrastrutture viarie, a tal punto che i rapporti<br />

inviati all’intendente dovevano subire forti ritardi. Le lettere, specie d’inverno, venivano recapitate «per<br />

mezzo di pedoni, e di muli» 183 . Calenda propose l’apertura nel Distretto di «strade rotabili, la cui mancanza è<br />

principalissimo intoppo al commercio ed alla ricchezza di queste contrade» 184 . La lucida analisi proposta dal<br />

Sottintendente è purtroppo ancora oggi diventata utopia: cambiano i governi, i tempi e le tecnologie, ma<br />

questo lembo di Calabria non ha migliorato granché, se ancora oggi ci sono delle strade che mantengono<br />

inalterate le impostazioni date a quei tempi. Calenda ha una capacità descrittiva molto efficace, conferendo<br />

l’idea delle condizioni viarie dell’epoca quando denuncia la mancanza di una rotabile che attraversasse<br />

l’Appennino. La strada detta di S. Jejunio 185 , affermava, era stata appena cominciata che già i lavori si erano<br />

dovuti bloccare per mancanza di mezzi finanziari. L’arteria doveva congiungere il Capoluogo di Distretto<br />

con Palmi «e quindi con la strada consolare del Tirreno» 186 . I collegamenti erano ancora a livelli di estrema<br />

precarietà. Spostarsi da centri interni alla marina era una impresa, specie nei mesi invernali, quando il fango,<br />

la pioggia ed i torrenti impedivano ogni forma di commercio. I centri dell’hinterland erano appena collegati<br />

con la costa per «viuzze e sentieri dirupati» 187 pericolose per chi si avventurava e non era raro che qualcuno<br />

ci rimettesse qualche frattura.<br />

La situazione degli introiti a livello locale era precaria. Le entrate comunali erano molto scarse, a<br />

causa della proverbiale paura del governo a super, tassare i cittadini e bastavano all’amministrazione solo a<br />

garantire l’indispensabile. Ciò provocava, di contro, una sclerotizzazione, una cristallizzazione, degli<br />

investimenti sulle opere pubbliche. A farne la spesa erano gli stessi contribuenti, privati di attività lavorative.<br />

Calenda sottolineava l’uso della transazione come mezzo per rilevare la tassa di consumo 188 .<br />

L’imposizione diretta che ne derivava era avversa dal Sottintendente per il quale costituiva un danno per il<br />

ceto più povero. Ciò nonostante, dato che era impossibile, per mancanza di risorse, fare delle strade che<br />

congiungessero il Distretto con l’arteria consola re del Tirreno e, quindi, con la Capitale, si era timidamente<br />

cominciato a realizzare alcuni percorsi interni di collegamento con la Marina. Le note del Calenda sono una<br />

vera fonte da cui si ricava il processo di crescita delle nascenti marine a discapito dei centri interni, fino alla<br />

metà del secolo XIX centri vitali. La popolazione comincia, quindi, a spostarsi lungo le coste e a costruire<br />

«bei fabbricati in ordinata simmetria, le quali protette dal Real Governo e vivificate dal commercio saranno<br />

un dì ricche Città» 189 . La lungimiranza del funzionario borbonico era davvero strabiliante. In questo periodo<br />

venne costruito un tratto della strada Barvàra per una spesa di 600 ducati 190 , «dandosi così occupazione» 191 ,<br />

mentre si raccoglievano le somme volontarie per la costruzione della strada che congiunge Siderno con la<br />

sua Marina «che è la più florida del Distretto» 192 .

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