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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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questa forma per la quale si stava consolidando l’uso di pagare il lavoro in generi con evidente «ag(g)io<br />

antieconomico» 207 .<br />

La voce Condotta degli uomini turbolenti non veniva più usata. Alla chiamata Voci sugli affari<br />

politici, Calenda riportava che le discussioni della gente che sa leggere il Giornale ufficiale era «solamente<br />

delle guerre indiane» 208 , ultimo baluardo della definitiva conquista colonialista inglese. A Bivongi in questo<br />

periodo si recò per opportuni saggi il mineralogista francese De Franquettes.<br />

Una svolta decisiva nel raffrenare le cattive abitudini sessuali della gente si ebbe con l’inizio del<br />

1858 209 . Grazie alla visione meno rigida della <strong>società</strong> del Calenda, che faceva osservare il regolamento, si ottennero<br />

lusinghieri risultati anche nel condizionare la gente a sospendere il lavoro durante i festivi. Ma<br />

l’anno cominciò male per le nutrici geracesi che attendevano ancora di ricevere i contributi dalla Cassa<br />

provinciale per potere mantenere i projetti. Nessuna vittima provocò il morbillo diffuso nel Capoluogo che<br />

cesserà qualche mese dopo 210 .<br />

L’inverno 1858, grazie ai raccolti copiosi della precedente estate, non fu contrassegnato da gravi<br />

miserie. Nel mese di maggio «domina la malattia del grippe» 211 . La preparazione del nitro era una delle<br />

attività più redditizie del Capoluogo. Per la confezione, evidentemente abusiva, vennero arrestati i fratelli<br />

Foti che saranno certamente stati parenti di Pasquale Foti che abbiamo visto detenuto per cospirazione politica. Ciò costituisce<br />

una testimonianza su un’attività cospirativa che non era terminata ma, seppur mascherata dal<br />

Calenda, continuava a lavorare sotto cenere.<br />

Interessante è la variazione dei prezzi dei generi annonari di prima necessità registrata tra il 1853 ed il 1858.<br />

Di poco lievita il prezzo del grano che, risentendo meno della crisi dovuta ai cattivi raccolti dei precedenti anni,<br />

subisce un aumento di 20 carlini a tomolo; il granone, rispetto sempre al 1853, diminuisce di ben 40 carlini; invariato il prezzo<br />

della patata, essendo un prodotto facilmente coltivabile nel Distretto. Raddoppia, invece, il prezzo del vino a caraffa, a<br />

causa del cattivo raccolto degli ultimi periodi; mentre aumenti sensibili vengono registrati per il riso e la pasta 212 .<br />

Abbiamo visto il Calenda funzionario. Ma chi era il Calenda uomo? In una memoria il<br />

Sottintendente divenuto prefetto di Roma dopo l’Unità, «umile Ex-attore che ora sta in silenzio in platea a<br />

guardare quelli che recitano su la grande scena politica» 213 , pubblicò un memoriale alla fine del secolo scorso<br />

sull’esperienza geracese.<br />

Calenda narrò in modo avvincente le sequenze della sua nomina a funzionario di Gerace all’età di 24<br />

anni. Il Capoluogo di Distretto era stato nei suoi ricordi il «primo amore» 214 . Da relatore presso la Consulta di<br />

Stato ebbe la nomina a sottintendente del Distretto «in fondo all’ultima Calabria senza strada maestra da<br />

Reggio, a me che non era uscito ancora da Napoli pareva che fosse in America; e davvero quasi, non minor tempo di<br />

quel che ora è necessario per viaggiare in America occorreva in quelli anni per recarsi in Geraci» 215 . Le proverbiali dicerie<br />

intorno al’impercorribilità delle strade verso il Sud ed in ispecie verso lo Jonio erano vere. Né, dice Calenda,<br />

vi era battello che partendo da Napoli attraversando lo Stretto di Messina raggiungesse le coste joniche. Solo<br />

una volta la settimana un piroscafo effettuava la traversata dalla capitale fino a Napoli, e «per terra cinque giorni di<br />

viaggio in vettura postale» 216 . Da Reggio per raggiungere la Marina di Gerace occorrevano due o tre giorni sul<br />

dorso di un mulo poiché in barca era proibito: «Sarebbesi arrivato quando al mare ed ai venti fosse<br />

piaciuto» 217 . Allora nel Regno di Napoli, affermava il Calenda, si era isolati dal resto del mondo e «segregati<br />

tra noi in due ordini, persecutori e perseguitati; io entravo nel primo ordine» 218 . Ma verso la fine dell’Ottocento le<br />

infrastrutture viarie erano migliorate se Calenda affermava che «ora si riderebbe per una gita a Gerace» 219 .<br />

Dunque, Calenda dopo ben sette giorni di navigazione nel mese di maggio 1856 arrivava alla Marina<br />

di Gerace, a bordo della fregata “Maria Teresa”, dove era accolto calorosamente «tra suoni e grida dalla<br />

marina alla città che tutta nera torreggiava sul colle» 220 . Calenda sul dorso «d’una mula con vistosa<br />

gualdrappa, seguito da tutti gli ufficiali e signori della città» 221 percorse il sentiero che conduceva al<br />

Capoluogo, passando tra file di guardie urbane «uomini e donne discese dalla città nei loro abiti di festa» 222 .<br />

Attraverso le porte urbiche e tra gli spari dei mortaretti, Calenda fu accolto festosamente dai geracesi e<br />

condotto a casa del sindaco Agostino Giannotta, «cuore d’oro» 223 , dove erano ad attenderlo un banchetto di<br />

20 pietanze e vini vari tra cui «primeggiava il greco di Geraci, colore ambra» 224 (Ibidem).<br />

Il giovane Sottintendente avvertiva aria di contrasto tra i comuni di Gerace e Siderno. Quest’ultimo<br />

centro, commercialmente più sviluppato e dotato di un approdo, si era ultimamente candidato a sede di<br />

Sottintendenza per cui i geracesi fiutando il pericolo, raccontava il Calenda, ad ogni muta di funzionario si<br />

dimostravano dubbiosi. «Per altro questo continuo timore della decapitazione aveva fatto sorgere prima la<br />

idea e poi il partito di trasferire la città dal monte alla marina» 225 . Il Sottintendente laconicamente rilevava<br />

che la città «al 1856, non diversa da quella di tre secoli innanzi, non aveva tratta altra utilità che un numero<br />

maggiore di attendibili» 226 . A Gerace la venuta di Calenda «lusingò tutti, liberali e fedeloni (così erano<br />

indicati i borbonici spasimati) e sopra tutto il popolino» 227 che lo aveva visto giungere a bordo di una nave da

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