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cospirazioni, economia e società - biblioteca telematica

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economici. La maggior parte di essi si dava alla magistratura, alla professione giuridica, alla carriera<br />

impiegatizia o a quella militare.<br />

La disomogeneità tra le varie aristocrazie che avevano interessi differenti e molto spesso personali,<br />

mai a vantaggio del governo e quindi di tutta la comunità, svilì quello che poteva essere il collante necessario<br />

a creare un tessuto sociale forte e impenetrabile e che invece finì presto per dare gratificazione al governo<br />

piemontese: «Centoventisette anni di regno fortunoso, non potevano essere sufficienti per stabilire una tanto<br />

solida rete di rapporti, come quella che, tra la monarchia e la nobiltà piemontese, affondava le sue radici in<br />

secoli remoti, specie in tempi nei quali andava svalutandosi l’importanza politica delle aristocrazie. E perciò,<br />

ancora una volta nel 1860, parte della nobiltà aderì ben presto al regno d’Italia» 29 .<br />

In stretta collaborazione con la nobiltà erano i cosiddetti “civili”, il ceto medio costituito da<br />

proprietari e professionisti. Il governo borbonico li aveva da sempre esclusi dalla vita politica, anche se<br />

costituivano la struttura su cui si reggeva l’amministrazione pubblica 30 . Ferdinando II non volle mai aprirsi a<br />

questo strato sociale 31 , garanzia di un ammodernamento della struttura politica del Regno che puntualmente<br />

in ogni periodo “caldo” della storia venne allontanato 32 .<br />

3. Bisogno di cereali<br />

La mancanza di cereali nel Distretto di Gerace non era una novità. La fame si faceva sentire in<br />

maniera paurosa. Testimone il sottintendente di Gerace Ignazio Romeo che, con un rapporto del 21 marzo<br />

1847 al suo superiore di Reggio, lamentava la mancanza di «grani granoni e legumi» 33 . In quel contesto «la<br />

fame si avanza a grandi passi e feroce» 34 . Il Romeo disperato si appellava all’intendente col cuore in mano<br />

affinché fosse inviata nel Distretto qualsiasi quantità di favetta e legumi a basso costo: «mi abiliti a poter<br />

trarre sopra la cassa di [S.] Ieiunio per una somma qualunque, ché senza un quattrino nulla posso fare ed i<br />

grandi bisogni sono istantanei» 35 . Le amministrazioni comunali non sempre erano pronte ad affrontare e<br />

risolvere le condizioni di forte pauperismo. Il Sottintendente di Gerace indirizzava una forte lettera al<br />

sindaco di Roccella Giuseppe Cappelleri per la poca sensibilità dimostrata nei riguardi di una povertà ai<br />

limiti della sopportazione. Da Gerace, infatti, il 17 aprile 1847 il Romeo sottolineava che «un’apatia ed<br />

imprevigenza notabilissimi regnano in coloro, che sono dalla legge, e da’ doveri naturali chiamati a curare<br />

agli interessi de’ Cittadini alle loro cure affidate. E mi ha fatto rabbia il conoscere, che comuni ricchissimi di<br />

generi annonari (...) hanno con stupida indifferenza osservato esauriti i loro granaij dalle comuni di alieno<br />

distretto» 36 . Il Romeo invitò il Sindaco a provvedere in tempo per lenire lo stato di profonda miseria in cui<br />

versava il popolo. Se la gente era ad un passo dalla fossa del cimitero, c’era chi invece viveva nell’agio. Il<br />

Cappelleri ribatteva che «sotto la mia amministrazione, a malgrado dei prezzi in aumento, sinora deficienza<br />

di tal genere non vi fu, e mi spero che nel successivo non vi sarà, e così non avrà motivo di mettere in opera i<br />

mezzi della Polizia ordinaria» 37 . Lo stesso sindaco si premurava di inviare nell’Ufficio di Intendenza di<br />

Reggio il carteggio relativo alla privativa della neve per l’estate che si affacciava e così affrettare il contratto<br />

di appalto con tanti complimenti alla signora, al signor cognato anche da parte di sua moglie e di suo<br />

fratello 38 .<br />

Il Romeo il 23 aprile aveva informato il suo superiore dell’esistenza nel Distretto di 3 mila ed 800<br />

tomoli di grano «nei soli tre circondari meridionali dello stesso, che sono Ardore, Bianco, e Staiti; oggi le<br />

dico che per imprevegenza crassa de’ alieni Distretti la massima parte di quel grano mi è stata estratta da<br />

questo mio distretto, e sono alla vigilia di quella penuria» 39 . Romeo aveva messo la mano sulla piaga se da<br />

Siderno veniva rapportato che il grano bianco era stato venduto a ducati 3,40 al tomolo ma non vi erano<br />

compratori; il granone non esisteva affatto; la favetta a 2,70 al tomolo, ma vi era pochissima 40 .<br />

Le condizioni, qualche tempo dopo, tuttavia miglioravano. Dai comuni del Distretto arrivavano<br />

siglati dai sindaci i comunicati che annunziavano una menomazione della povertà. Il sottintendente Romeo<br />

sollecitava «provvedimenti per la mancanza del grano, che dal tardo procedere della stagione si sarebbe<br />

risentita fino a tutto il mese di Giugno» 41 . Il Ministero degli Affari Interni, intanto, rimaneva in attesa di<br />

conoscere «l’effettivo stato di quel Distretto, in ordine alla mancanza de’ cereali» 42 . Attraverso un rapporto<br />

telegrafico, l’ufficio centrale partenopeo disponeva il 5 maggio che «fra tre giorni con un vapore saranno<br />

sbarcati nella marina di Siderno tomoli seicento di grano» 43 . In tutto questo si nota una certa confusione. Lo<br />

stesso 7 maggio, oltre alle disposizioni ministeriali, abbiamo una serie di comunicazioni incrociate. In una<br />

lettera priva di firma e spedita all’intendente con il vapore “Il Peloro”, veniva affermato che «nel Distretto di<br />

Gerace non vi è penuria di frumenti (...) e che da questa sola marina dal 30 Aprile sin’oggi son partiti per<br />

quella volta cantaja 260 grani pari a tomolata 56,5, cantaji 402 granone, pari a tomoli 95,7 e cantaj 104.50<br />

fave pari a tomoli 248. Che l’abbondanza de Cereali, e delle civaie sulla Piazza di Reggio, e gli arrivi che si

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