Eleonora Panizzi - Public Administration
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5.1. Il Rapporto del Comitato di studio sulla prevenzione della corruzione<br />
Particolarmente interessante è l’analisi offerta dal già citato Comitato di studio sulla<br />
prevenzione della corruzione 108 , il cui rapporto finale è stato presentato al Presidente<br />
della Camera dei deputati in data 23 ottobre 1996. Il Comitato, istituito con decreto del<br />
Presidente della Camera dei deputati 30 settembre 1996, n. 211, si è insediato il 2<br />
ottobre 1996 con lo scopo di elaborare, nell’ambito dei principi fondamentali<br />
dell’ordinamento amministrativo italiano, ipotesi di intervento legislativo per prevenire<br />
fenomeni di corruzione, tenendo conto delle caratteristiche del sistema delle imprese e<br />
delle principali esperienze straniere. Esso ha innanzitutto condotto un’analisi delle<br />
situazioni di corruzione nel nostro paese, delle istituzioni colpite, delle conseguenze che<br />
si riscontrano sul buon funzionamento di quelle e dei luoghi della corruzione quali si<br />
delineano nel triangolo di relazioni tra potere economico privato, pubblica<br />
amministrazione e personale politico. Da tale studio emerge che la morfologia della<br />
corruzione in Italia ha carattere collettivo, piuttosto che individuale, e che i<br />
comportamenti devianti costituiscono fatti seriali, non isolati in cui si presentano<br />
frequentemente più corruttori, più corrotti, nonché intermediari. Il fenomeno è<br />
capillarmente penetrato nei gangli vitali dell’amministrazione tanto a livello di grandi<br />
decisioni quanto nell’ordinaria attività amministrativa. Sono particolarmente colpiti<br />
alcuni settori: la domanda da parte della p.a. di beni e servizi offerti dai privati<br />
comprensiva delle decisioni di spesa relative all’attività contrattuale per opere e<br />
forniture; la compravendita di immobili; l’assegnazione di incarichi a professionisti; il<br />
settore della distribuzione o offerta da parte degli enti pubblici di prestazioni, risorse e<br />
servizi richiesti dai privati; infine occasioni di corruzione possono emergere<br />
nell’esercizio del potere autoritativo di cui dispone l’ente pubblico e che può<br />
concretizzarsi nell’imposizione di costi ai privati. Prima di indicare i mezzi per<br />
108 Il Comitato era composto dal prof. Sabino Cassese, dal prof. Luigi Arcidiacono, dal prof. Alessandro<br />
Pizzorno, dal prof. Agatino Cariola, dal dott. Bernardo Giorgio Mattarella, dal dott. Alberto Vannucci e<br />
dal dott. Giuseppe Renna.<br />
Per il rapporto si veda: Atti parlamentari XIII Legislatura, doc. CXI n.1.<br />
Oltre al citato rapporto del Comitato di studio presieduto da Sabino Cassese, fu presentato un secondo<br />
rapporto ad opera della Commissione di studio di cui al d.p.c.m. 18 ottobre 1996 per contrastare i<br />
fenomeni di corruzione e migliorare l’azione della p.a., costituita presso il Dipartimento della funzione<br />
pubblica e presieduta da Gustavo Minervini.<br />
In materia si consideri anche l’indagine conoscitiva sugli strumenti istituzionali atti a prevenire i<br />
fenomeni di corruzione, Senato della Repubblica, Commissione permanente affari costituzionali, XIII<br />
Legislatura. Roma, Tipografia Senato 1998.<br />
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