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L’INDUSTRIA DELLA LOCALIZZAZIONE<br />
Di Bert Esselink<br />
Questo è il mio terzo contributo in una serie di quattro articoli sulla<br />
localizzazione. Il primo ha esaminato le differenze tra la traduzione e la<br />
localizzazione, il secondo ha fornito una panoramica sulle tecnologie<br />
impiegate nella traduzione. In questo articolo mi occuperò dell’industria<br />
della localizzazione, introducendone la storia, i principali attori e le<br />
maggiori organizzazioni industriali.<br />
Storia<br />
Fin dai primi anni ottanta molti produttori di software si resero conto<br />
di dover localizzare i loro prodotti soprattutto al fine di venderli all’estero.<br />
Prima di allora il software era prodotto principalmente nella lingua dei<br />
progettisti. La maggior parte dei grandi produttori impiegava per il lavoro<br />
di traduzione singoli traduttori freelance, agenzie single-language, oppure<br />
reparti interaziendali. Spesso produttori più piccoli richiedevano le<br />
traduzioni alle società distributrici o ai venditori locali senza che questi<br />
avessero alcuna esperienza di traduzione.<br />
I produttori di software assistevano alla rapida crescita dei loro reparti<br />
interaziendali dedicati alla traduzione a causa della grande quantità di testi<br />
nelle applicazioni software e nella documentazione. In molti cominciarono<br />
a considerare la possibilità di appaltare questo lavoro al fine di potersi<br />
concentrare sulle attività principali e di mantenere basso il numero dei<br />
dipendenti. Non solo il carico di lavoro per i reparti interni di traduzione<br />
era imprevedibile, ma anche la gestione dei progetti multilingue causavano<br />
delle noie, specialmente in progetti che coinvolgevano dozzine di lingue.<br />
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