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CONCLUSIONE<br />

Globalizzazione è la parola che circola con insistenza sulla bocca di<br />

tutti, è diventato un termine alla moda, molto elastico, dai mille usi,<br />

soprattutto dalle mille interpretazioni possibili. Volendone dare una<br />

definizione comunemente accettata, si potrebbe dire che la globalizzazione<br />

è preminentemente un fenomeno economico mirante all'integrazione dei<br />

singoli mercati nazionali in un unico mercato mondiale, il cui effetto è<br />

l’intensificazione dell’interdipendenza dei mercati e della produzione nei<br />

diversi paesi, in virtù dell’aumento di scambi di beni e servizi e dei<br />

movimenti di capitale e tecnologia.<br />

Ma la globalizzazione è anche un processo di integrazione sociale e<br />

culturale, sostenuto dalle comunicazioni di massa e da Internet. Infatti<br />

questo fenomeno tende a travolgere tutte le barriere che intralciano la<br />

formazione di un unico mercato mondiale, non solo quelle politiche ma<br />

anche quelle etniche, culturali e linguistiche. Non a caso stiamo assistendo,<br />

oltre che alla diffusione della lingua angloamericana, all’esportazione del<br />

modello culturale e sociale statunitense, in parte imposto addirittura con la<br />

forza.<br />

Se è vero, <strong>qui</strong>ndi, come è stato detto, che la globalizzazzione è un<br />

evento inevitabile, allora sembrerebbe che essa debba essere anche un<br />

fenomeno culturale a cui non è più possibile sottrarsi. Per usare le parole di<br />

Mark Davis "Globalization, resistence is futile!" 56 . Questa espressione,<br />

diventata celebre grazie ad un telefilm di fantascienza di successo 57 , sembra<br />

56<br />

Mark Davis, “Globalization: Resitance is futile”, intervento al Global Strategies Summit a San<br />

Francisco, California, il 4 Marzo 2003.<br />

57<br />

Nell'universo di Star Trek una razza aliena, per metà umana e per metà macchina, chiamata Borg, vaga<br />

nell'universo alla ricerca di nuove specie da sottomettere e assimilare. Prima di incorporare nel loro<br />

“collettivo” una specie, intimano la resa con le parole “We are the Borgs. Resistence is futile”.<br />

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