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punto di partenza una definizione diversa di ipertesto che si riferisce ad un<br />

insieme di testi elettronici posti in relazione tra loro in maniera non<br />

sequenziale attraverso una serie di riferimenti incrociati. Volendo fornire<br />

una definizione più precisa diremmo che esso consiste in una serie di<br />

blocchi testuali 25 e di una serie di collegamenti e rimandi istituiti fra tali<br />

blocchi, fra porzioni di tali blocchi o all’interno di un singolo blocco.<br />

La prima formulazione moderna dell'idea di ipertesto si trova in un<br />

articolo dell’americano Vannevar Bush, As We May Think 26 , apparso nel<br />

1945, dove viene descritta una complicata macchina immaginaria, il<br />

Memex (contrazione di Memory extension). Si trattava di una sorta di<br />

scrivania meccanizzata, dotata di schermi per visualizzare e manipolare<br />

documenti microfilmati, e di complicati meccanismi con cui sarebbe stato<br />

possibile costruire legami e collegamenti tra unità informative diverse.<br />

La sintesi tra le suggestioni di Bush e le tecnologie informatiche è<br />

stata opera di Ted Nelson, che ha anche coniato il termine 'ipertesto', agli<br />

inizi degli anni sessanta. Nel suo scritto più famoso, Literary Machines 27 si<br />

descrive un potente sistema ipertestuale, chiamato Xanadu 28 . L’idea di<br />

Nelson è quella di realizzare una rete ipertestuale mondiale, da lui definita<br />

docuverso, costituita dall’insieme degli scritti, delle immagini e dei dati<br />

conservati in tutto il mondo che possa essere utilizzata da centinaia di<br />

milioni di persone. Il progetto Xanadu non è mai stato realizzato<br />

concretamente, nonostante i molti tentativi cui Nelson ha dato vita. Ma le<br />

sue idee sono confluite molti anni più tardi nella concezione del World<br />

Wide Web.<br />

25<br />

I blocchi testuali sono spesso anche chiamati “lessie”, prendendo in prestito il termine usato<br />

da Roland Barthes per denotare delle unità di lettura ritagliate all’interno del testo, risultanti<br />

dalla scomposizione del lavoro di lettura. Si badi, però, che i concetti di blocco testuale e lessia,<br />

così come è intesa da Barthes, non coincidono. Infatti, mentre le lessie sono individuate dal<br />

lettore, i blocchi costiutivi del ipertesto sono determinati dall’autore.<br />

26<br />

Vannevar Bush, “As we may think”, Atlantic Monthly, 1945<br />

27<br />

Teodor Nelson, Literary Machines, Mindfull Press, Sausalito, 1992<br />

28<br />

Il sistema ipertestuale prende il nome dal misterioso palazzo nel poema Kubla Kahn del<br />

poeta romantico S. T. Coleridge.<br />

28

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