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la traduzione sia di fatto possibile.<br />
La seconda caratteristica è che il destinatario dei testi digitale non è<br />
più lettore passivo ma utente, ossia in un certa misura partecipante attivo<br />
della comunicazione. Va però precisato che la possibilità d’azione del<br />
lettore è comunque limitata e programmata da parte del autore del<br />
documento digitale, che predispone consapevolmente i percorsi di lettura<br />
possibili. Il nuovo ruolo del ricevente pone comunque al centro<br />
dell’attenzione del traduttore non più il testo di partenza o il suo contenuto,<br />
ma piuttosto l’uso che ne deve fare il destinatario. La funzione del testo nel<br />
contesto culturale in cui deve inserirsi diventa il fattore fondamentale delle<br />
scelte traduttive.<br />
Il principio fondamentale della traduzione digitale non è tanto il<br />
rispetto del progetto primitivo, e <strong>qui</strong>ndi sostanzialmente della cultura<br />
originaria, quanto di quella di destinazione, realizzando, se necessario un<br />
documento completamente nuovo. In questo ambito il concetto di fedeltà,<br />
<strong>qui</strong>ndi, è molto ridimensionato nella sua importanza e perde il carattere di<br />
assioma assoluto. Nella traduzione dei siti web infatti può essere necessario<br />
discostarsi dal testo di partenza sia nella forma che nel contenuto. La<br />
traduzione in questo caso è ‘funzionale’ e non ‘documentale’ (non è<br />
marcata come traduzione) perché tende a produrre un testo di arrivo<br />
orientato a funzionare nella nuova situazione comunicativa in cui è calata<br />
come se fosse un testo originale. Giacché il sito tradotto potrebbe dover<br />
assolvere nel paese di destinazione una funzione diversa da quella nel paese<br />
di origine, potrebbe essere necessario modificarne, oltre alla forma, per<br />
adattarsi alle diverse convenzioni stilistiche, anche il contenuto.<br />
Più che di ‘fedeltà’ della traduzione sembra essere più utile parlare di<br />
‘lealtà’ del traduttore 46 . Questa è la responsabilità deontologica che il<br />
traduttore ha nei confronti degli altri partecipanti alla comunicazione, ossia<br />
46 Fderica Scarpa, La traduzione specializzata, Hoepli, Milano, 2001, p. 203<br />
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