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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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ALIMENTI<br />

I dazi mi preoccupano, certo, ma non mi<br />

fanno paura. Si tratta di una scelta politica discutibile<br />

che ovviamente non posso condividere.<br />

Tuttavia credo che ci siano degli spiragli<br />

per avviare un confronto bilaterale, sempre che<br />

non sia già in corso. Dopotutto se la sono presi<br />

anche con l’<strong>Italia</strong> che nella questione degli aerei<br />

(ragion per cui gli Stati Uniti è stata data la<br />

possibilità di applicare i dazi su alcuni prodotti<br />

europei, ndr) non c’entrava proprio nulla. Viceversa<br />

il Covid, oltre ad aver portato tanti dispiaceri<br />

nelle nostre famiglie, ha steso un velo<br />

di incertezza anche nell’economia.<br />

Ad agosto però i dazi potrebbero essere<br />

inaspriti.<br />

Vedremo, ma se non ci vogliono più, che ce<br />

lo dicano una volta per tutte. Devo dire però<br />

che il consumatore americano non ha mai abbandonato<br />

il nostro prodotto, e questo significa<br />

che anche in quel Paese la Dop ha lasciato il<br />

segno. Sarà in ogni caso un autunno difficile,<br />

però non sarei così catastrofista. I nostri numeri<br />

non sono affatto negativi e anche nel periodo<br />

della chiusura il nostro prodotto in <strong>Italia</strong> è stato<br />

consumato alla grande, pur segnando il passo<br />

nella ristorazione.<br />

Quello della ristorazione è purtroppo un<br />

tasto dolente. Quanto ha inciso la chiusura<br />

dei ristoranti sulla vostra attività?<br />

In <strong>Italia</strong> questo segmento rappresenta il<br />

20% del fatturato, all’estero addirittura il doppio.<br />

La ristorazione è stata completamente<br />

martoriata, ma vedo che c’è tanta voglia di riprendere<br />

e quando lo farà, torneremo a riposizionarci<br />

al meglio.<br />

In che modo pesate di sviluppare questo<br />

settore?<br />

Riprendendo a organizzare iniziative come<br />

quelle che avevamo in programma prima della<br />

chiusura. Abbiamo già incontrato circa 15mila<br />

ristoratori in giro per l’<strong>Italia</strong>, ai quali abbiamo<br />

raccontato il nostro prodotto, le sue stagionature,<br />

come si può servire e consumare. Intensificheremo<br />

presto questo lavoro, anche sui distributori.<br />

C’è forse bisogno di una cultura diversa?<br />

È un segmento nel quale abbiamo ampi<br />

margini di miglioramento. Il problema, nella<br />

ristorazione, è che il formaggio che non ha bisogno<br />

di essere servito con la crosta, si presta<br />

ad essere facilmente sostituito. È importante<br />

informare su ciò che può rappresentare una<br />

Dop, e che il ristorante può spendere anche<br />

nella sua carta. C’è ancora tanto da lavorare<br />

su questo fronte, ma abbiamo visto che ciò<br />

che abbiamo fatto finora non è andato perso:<br />

ci sono tanti locali in cui il prodotto è entrato<br />

ed è rimasto.<br />

I consumi domestici, cresciuti nel<br />

lockdown, sono riusciti a sopperire al vuoto<br />

lasciato dai ristoranti?<br />

In <strong>Italia</strong> sì, e anche molto bene, all’estero<br />

no. Il mercato interno ha assorbito le mancate<br />

vendite della ristorazione con un’importante<br />

crescita dei consumi, aiutata anche da un<br />

LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />

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