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Caro presidente Filippo Saporito<br />
buongiorno. Gran parte dei ristoranti<br />
sono ripartiti ormai da circa<br />
un mese. Quali le differenze rimarchevoli,<br />
dopo queste settimane di<br />
riapertura, tra un prima ed un dopo<br />
Covid-19?<br />
Non tutti i ristoranti sono aperti.<br />
Molto dipende dalla location. Ad<br />
esempio, quelli all’interno di strutture<br />
ricettive sono per la maggior parte ancora<br />
chiusi. Comunque possiamo già<br />
fare delle prime valutazioni e notare<br />
due grandi differenze. La prima, rispetto<br />
al periodo antecedente la pandemia,<br />
è il mutamento nella percezione<br />
emotiva del cliente. Per adesso<br />
prevale solo una grande voglia di evadere<br />
da casa. La seconda differenza è<br />
data, ahinoi, dall’assenza che molto<br />
probabilmente si protrarrà nel tempo,<br />
dei flussi di turismo straniero che per<br />
la maggior parte dei ristoranti delle<br />
città d’arte costituivano la ragionevole<br />
sicurezza di un lavoro costante.<br />
E a fronte dell'assenza del turismo<br />
straniero, i ristoratori, soprattutto<br />
quelli più famosi, magari<br />
riscopriranno l'importanza della<br />
clientela di prossimità? Torneremo<br />
all'identità della trattoria di quartiere,<br />
del locale di vicinato?<br />
Temo che molti non riusciranno a<br />
convertirsi; però chi ci riuscirà probabilmente<br />
supererà meglio questo periodo.<br />
Di certo, chi ha sempre curato<br />
il cliente locale, in questo momento si<br />
trova con una marcia in più. Dall’altra<br />
parte chi per anni ha approfittato,<br />
spesso senza professionalità e serietà<br />
adeguata, solo del flusso di turismo<br />
straniero, ne soffrirà tantissimo.<br />
Capisco, una sorta di “redde<br />
rationem” (ovvero di rendi conto).<br />
Presidente, la sua associazione ha<br />
quella "E" di Europa nella sigla che<br />
la dice lunga sulla Vostra vision, sul<br />
Vostro posizionamento e sul Vostro<br />
comportamento. Ecco, nel dopo Covid-19<br />
sarà ancora più pregnante,<br />
più importante, più incisiva quella<br />
"E"?<br />
L’ho sempre pensato prima, figuriamoci<br />
ora. Soprattutto vivendo in<br />
una nazione dove la gastronomia è<br />
così pregnante ed è un motore di attrazione<br />
turistica incredibile, in questi<br />
mesi di lockdown sì è notato tantissimo<br />
quali sono le potenzialità, da tutti<br />
i punti di vista, dell’essere dentro un<br />
gruppo europeo.<br />
Presidente, è possibile oggi, a<br />
fronte di quanto è successo con la<br />
pandemia, pensare ad una maggiore<br />
unità nel vostro settore, nel mondo<br />
dei patron di ristoranti?<br />
CUOCHI<br />
Credo di sì. Noi come associazione<br />
ci siamo uniti subito nel gruppo<br />
#FareRete insieme a tantissime altre<br />
associazioni di ristoratori (poi si sono<br />
unite anche pasticcieri pizzaioli gelatieri)<br />
per valutare e decidere insieme<br />
proposte concrete da presentare alle<br />
istituzioni. Credo sia stata la prima<br />
volta che così tante sigle si sono messe<br />
insieme, esprimendo un’unica<br />
voce. Sono rimasto molto soddisfatto<br />
del risultato. Tanto è vero che spesso<br />
abbiamo sottolineato l’importanza di<br />
proseguire questa unione in futuro.<br />
Una sorta di Federazione delle<br />
associazioni?<br />
Dubito che sarà una Federazione<br />
vera e propria. Quello che ci ha uniti<br />
tantissimo in questi mesi è il fatto<br />
LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong> · ITALIA A TAVOLA<br />
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