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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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ni adottate dai ristoratori sulla riallocazione<br />

degli spazi di servizio?<br />

Sì, le realtà che funzionano meglio<br />

sono quelle che hanno dehors, spazi<br />

esterni, quindi la ristorazione outdoor.<br />

Sappiamo bene che i provvedimenti<br />

del Governo consentono delle agevolazioni<br />

interessanti per quanto riguarda<br />

l’utilizzo del suolo pubblico. Molto<br />

avvantaggiate le realtà ristorative che<br />

hanno deciso di impostare già in fase<br />

due, laddove consentito e nelle modalità<br />

prescritte, la delivery e il takeout.<br />

Tu come la pensi circa i due canali<br />

emergenti costituiti dalla delivery<br />

e dal takeaway? Mode passeggere<br />

frutto di necessità oppure trend che<br />

andranno a consolidarsi?<br />

A mio avviso non sono mode<br />

passeggere. Covid-19 e conseguente<br />

lockdown globale non sono stati che<br />

acceleratori di processi già in corso.<br />

Alcuni scienziati statunitensi hanno<br />

dichiarato che questi due mesi di<br />

lockdown hanno un’equivalenza di<br />

due anni di digital trasformation, quindi<br />

due anni di evoluzione condensati<br />

in due mesi. Acceleratore sì, ma con<br />

effetto collaterale anche un evidenziatore<br />

di inefficienze. Mai come in questi<br />

giorni chi aveva cultura d’impresa, chi<br />

possedeva cultura digitale, chi aveva<br />

iniziato un processo di trasformazione<br />

di impresa ha vinto. Food delivery<br />

e take away sono vecchi come il mondo,<br />

sono antiche abitudini e lasciamo<br />

perdere i nomi anglofili con cui li etichettiamo;<br />

partiamo dal presupposto<br />

che la food delivery ha avuto una profonda<br />

crescita e già nel 2018 avevamo<br />

più di 4 milioni di utenti che avevano<br />

scelto questo tipo di soluzione; durante<br />

il lockdown inizialmente la delivery<br />

è aumentata ma è diminuito l’utilizzo<br />

delle piattaforme terze quindi in questo<br />

momento si sono creati due grandi<br />

vantaggi.<br />

Quali sono questi due vantaggi?<br />

Uno, si è creata la coscienza di nuove<br />

soluzioni distributive del prodotto<br />

ristorativo. Due, si è posta la questione<br />

della disintermediazione.<br />

La disintermediazione è fenomeno<br />

essenziale ai fini di un radicamento<br />

della delivery che arrechi margini<br />

di contribuzione alla ristorazione.<br />

Difatti, caro Vincenzo, l’interrogativo<br />

da porsi non deve essere “facciamo<br />

o non facciamo food delivery”, piuttosto<br />

si tratta di cominciare a valutare i<br />

costi di acquisizione del cliente e porsi<br />

interrogativo altro: “mi conviene utilizzare<br />

una piattaforma terza con il 30%<br />

di intermediazione oppure strutturare<br />

un sistema di promozione di questo<br />

sistema di distribuzione che è la food<br />

delivery?”.<br />

Quindi, Nicoletta, porsi la domanda<br />

“buy or make” e viverla in termini<br />

di componente di costo oppure<br />

di investimento<br />

Esatto, Vincenzo, è così: chiedersi<br />

“quanto mi costa?” e parimenti chiedersi<br />

“in quanto tempo posso ammortizzare<br />

la creazione di un sistema di<br />

distribuzione come la consegna domicilio?”.<br />

La reale questione è come posso<br />

soddisfare i bisogni dell’utente. Ma un<br />

utente che sia al centro dell’attenzione<br />

e del conseguente business model,<br />

strategia di comunicazione inclusa, ovviamente.<br />

Tu in questi giorni stai celebrando,<br />

con l’eleganza dell’understatement,<br />

il decennale del tuo blog.<br />

Sì, il mio blog “CnR - Comunicazione<br />

nella Ristorazione” compie 10 anni.<br />

Un traguardo incredibile che pensavo<br />

impossibile. Il blog nacque 10 anni fa<br />

e fu il primo in <strong>Italia</strong> ad occuparsi di<br />

comunicare, affiancare, insegnare a<br />

formare e formare i ristoratori sui temi<br />

della comunicazione e della tecnologia<br />

digitale. Tecnologia digitale che anco-<br />

COVID-19 | #RE-START<br />

ra oggi spaventa, insospettisce oppure<br />

viene considerata in modo superficiale<br />

relegandola ad accessorio.<br />

Ed invece come il ristoratore dovrebbe<br />

intendere la digital society?<br />

Il digitale è sopravvivenza aziendale.<br />

Per la ristorazione oggi come per il<br />

mondo dell’accoglienza in senso ampio<br />

la comunicazione digitale e sui<br />

social media è il modo per imbastire<br />

relazioni strategiche e per misurare i<br />

risultati con precisione prima inimmaginabile.<br />

Come vedi la tua attività nei prossimi<br />

dieci anni?<br />

Continuiamo con l’attività del blog<br />

CnR speranzosa che esso possa indicare<br />

il passo per la rinascita della ristorazione<br />

italiana. Una ristorazione che si<br />

deve cimentare in forti miglioramenti<br />

nella parte gestionale e nella formazione<br />

del management aziendale, così<br />

come, e tu Vincenzo lo sai bene, avviene<br />

ed è prassi consolidata negli USA. I<br />

nostri ristoratori si devono anche confrontare<br />

con i colleghi del Nord Europa<br />

che sono bravi a comunicare, bravi a<br />

lavorare sul brand, bravi a cavalcare i<br />

nuovi strumenti.<br />

Tu fai anche ben altro oltre a curare<br />

il blog CnR, vero?<br />

Sì, oltre all’attività sul blog, sono anche<br />

autrice. Il mio ultimo libro, edito da<br />

Hoepli, è Digital food marketing, guida<br />

pratica per ristoratori intraprendenti.<br />

Sono anche curatrice della nuova collana<br />

Hoepli dedicata al turismo e alla<br />

ristorazione: DMT - Digital Marketing<br />

Turismo. Inoltre ho fondato l’academy<br />

DFMLab, dove il food incontra il digitale.<br />

Per una ristorazione che volge lo<br />

sguardo in avanti, la poliedrica competenza<br />

di Nicoletta Polliotto, in uno con<br />

la sua eclettica capacità divulgativa, è<br />

asset di rilevante e preziosa importanza.

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