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CUOCHI<br />
Un attacco neppure troppo velato nei<br />
confronti delle proteste, spesso sfociate<br />
nel nulla, delle piccole associazioni che<br />
hanno contribuito a creare anche tanta<br />
cattiva informazione durante i mesi<br />
dell’isolamento.<br />
La Fic invece rappresenta un po’ tutto<br />
il panorama dei cuochi italiani: «Noi -<br />
ha detto il presidente Pozzulo - abbiamo<br />
cercato sempre di raccordarci con la Fipe<br />
per gli aspetti aziendali. I banchetti sono<br />
stati rinviati ma non è detto che i locali<br />
possano garantire ciò che hanno rinviato,<br />
anche per la mancanza di personale».<br />
Un problema condiviso da tanti operatori<br />
del settore: «Ci siamo confrontati<br />
tanto in rete - ha detto Claudio Sadler<br />
- abbiamo cercato un punto di riferimento<br />
comune per poter ripartire e<br />
l’unica soluzione che ho trovato è stata<br />
quella di Fipe. Purtroppo in tv dei problemi<br />
seri della ristorazione non si parla<br />
abbastanza. Per quanto mi riguarda, ho<br />
fatto un po’ di consegne a domicilio perché<br />
non avevo voglia di stare a casa, ma<br />
non è stato un affare, anche perché ho<br />
recuperato circa il 10% del fatturato mensile.<br />
Al momento ho ancora molti dipendenti<br />
in cassa integrazione, a Milano tutti<br />
lavorano in smart working e la mancanza<br />
di impiegati pesa. Il rischio è che la città<br />
muoia senza una vera e propria ripartenza.<br />
È importante che la gente si senta<br />
al sicuro, c’è voglia di ripresa mescolata<br />
a tanta paura, e noi come ristoratori vogliamo<br />
fare la nostra parte, e se lo Stato ci<br />
aiuterà con incentivi, credito agevolato,<br />
si potrà pensare ad una vera rinascita».<br />
In altri Paesi colpiti dall’emergenza<br />
coronavirus i problemi sono stati affrontati<br />
meglio. A confermarlo è stato Enrico<br />
Derflingher, presidente di Euro-Toques<br />
<strong>Italia</strong> e International: «Tutti abbiamo<br />
vissuto un periodo difficile. Abbiamo<br />
sofferto molto, anche a livello personale,<br />
altrove però queste problematiche<br />
sono state gestite in maniera più efficace.<br />
Come associazione non ci siamo mossi<br />
con una linea precisa, perché anche a<br />
livello europeo è ancora più difficile trovare<br />
un’unità. Da poco ho inaugurato la<br />
mia attività di catering e questo vuol dire<br />
scommettere in un settore in difficoltà,<br />
perché io ci credo». Un evidente segnale<br />
di ottimismo non a caso lanciato da una<br />
piazza “positiva” come Senigallia.<br />
Sono intervenuti anche i cuochi “padroni<br />
di casa”, Mauro Uliassi e Moreno<br />
Cedroni. «Il coronavirus ci ha fatto capire<br />
quanto siamo vulnerabili - ha detto<br />
Uliassi - è difficile dire se si potrà tornare<br />
come prima. Solo un mese fa sembrava<br />
una scommessa. Oggi a Senigallia si fa<br />
fatica a camminare sul lungomare perché<br />
tutta la città è piena e i ristoranti<br />
sono pieni, tuttavia solo in autunno<br />
42 ITALIA A TAVOLA · LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong>