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Italia a Tavola Luglio/Agosto 2020

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CUOCHI<br />

Un attacco neppure troppo velato nei<br />

confronti delle proteste, spesso sfociate<br />

nel nulla, delle piccole associazioni che<br />

hanno contribuito a creare anche tanta<br />

cattiva informazione durante i mesi<br />

dell’isolamento.<br />

La Fic invece rappresenta un po’ tutto<br />

il panorama dei cuochi italiani: «Noi -<br />

ha detto il presidente Pozzulo - abbiamo<br />

cercato sempre di raccordarci con la Fipe<br />

per gli aspetti aziendali. I banchetti sono<br />

stati rinviati ma non è detto che i locali<br />

possano garantire ciò che hanno rinviato,<br />

anche per la mancanza di personale».<br />

Un problema condiviso da tanti operatori<br />

del settore: «Ci siamo confrontati<br />

tanto in rete - ha detto Claudio Sadler<br />

- abbiamo cercato un punto di riferimento<br />

comune per poter ripartire e<br />

l’unica soluzione che ho trovato è stata<br />

quella di Fipe. Purtroppo in tv dei problemi<br />

seri della ristorazione non si parla<br />

abbastanza. Per quanto mi riguarda, ho<br />

fatto un po’ di consegne a domicilio perché<br />

non avevo voglia di stare a casa, ma<br />

non è stato un affare, anche perché ho<br />

recuperato circa il 10% del fatturato mensile.<br />

Al momento ho ancora molti dipendenti<br />

in cassa integrazione, a Milano tutti<br />

lavorano in smart working e la mancanza<br />

di impiegati pesa. Il rischio è che la città<br />

muoia senza una vera e propria ripartenza.<br />

È importante che la gente si senta<br />

al sicuro, c’è voglia di ripresa mescolata<br />

a tanta paura, e noi come ristoratori vogliamo<br />

fare la nostra parte, e se lo Stato ci<br />

aiuterà con incentivi, credito agevolato,<br />

si potrà pensare ad una vera rinascita».<br />

In altri Paesi colpiti dall’emergenza<br />

coronavirus i problemi sono stati affrontati<br />

meglio. A confermarlo è stato Enrico<br />

Derflingher, presidente di Euro-Toques<br />

<strong>Italia</strong> e International: «Tutti abbiamo<br />

vissuto un periodo difficile. Abbiamo<br />

sofferto molto, anche a livello personale,<br />

altrove però queste problematiche<br />

sono state gestite in maniera più efficace.<br />

Come associazione non ci siamo mossi<br />

con una linea precisa, perché anche a<br />

livello europeo è ancora più difficile trovare<br />

un’unità. Da poco ho inaugurato la<br />

mia attività di catering e questo vuol dire<br />

scommettere in un settore in difficoltà,<br />

perché io ci credo». Un evidente segnale<br />

di ottimismo non a caso lanciato da una<br />

piazza “positiva” come Senigallia.<br />

Sono intervenuti anche i cuochi “padroni<br />

di casa”, Mauro Uliassi e Moreno<br />

Cedroni. «Il coronavirus ci ha fatto capire<br />

quanto siamo vulnerabili - ha detto<br />

Uliassi - è difficile dire se si potrà tornare<br />

come prima. Solo un mese fa sembrava<br />

una scommessa. Oggi a Senigallia si fa<br />

fatica a camminare sul lungomare perché<br />

tutta la città è piena e i ristoranti<br />

sono pieni, tuttavia solo in autunno<br />

42 ITALIA A TAVOLA · LUGLIO / AGOSTO <strong>2020</strong>

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